Coralli termoresistenti nell’atollo di Tatakoto: nuove prospettive per la conservazione marina

Giugno 16, 2025 By

Un gruppo di ricercatori ha recentemente individuato, nell’atollo di Tatakoto, in Polinesia Francese, una significativa presenza di coralli in grado di tollerare forti variazioni di temperatura. I dati provengono da una serie di missioni scientifiche sostenute dall’UNESCO, dal laboratorio Labex Corail e dall’Università della Polinesia francese, in collaborazione con i centri di ricerca CRIOBE e SECOPOL e con il progetto “1 Ocean”. Le spedizioni scientifiche hanno evidenziato la capacità adattiva di alcune specie di corallo in un ambiente considerato estremamente ostile per la vita corallina.

Un ambiente difficile ma vitale

Tatakoto è una laguna caratterizzata da uno scarso ricambio idrico con l’oceano circostante. Le acque interne subiscono variazioni termiche quotidiane comprese tra i 3 e i 4 gradi Celsius, con picchi prossimi ai 35°C. Tali condizioni, che solitamente causano stress e mortalità nei coralli, sembrano invece favorire lo sviluppo di un ecosistema sorprendentemente attivo.

Gli esemplari studiati si trovano in alcuni casi a meno di un metro dalla superficie, e includono decine di specie che non solo sopravvivono ma si sviluppano in modo stabile.

Un’inversione nei modelli di vulnerabilità

Uno degli aspetti più rilevanti osservati riguarda la risposta delle diverse specie ai picchi termici. Coralli del genere Acropora, generalmente considerati sensibili al calore per la loro struttura ramificata e il rapido tasso di crescita, hanno mostrato una resistenza superiore rispetto ad altre specie ritenute più robuste, come Pocillopora. Questa dinamica inattesa suggerisce che l’esposizione costante a sbalzi termici possa rafforzare la tolleranza biologica in alcune popolazioni.

Adattamento o semplice acclimatazione?

Per capire se la resistenza osservata sia un tratto temporaneo o un adattamento ereditabile, alcuni frammenti di corallo sono stati trasferiti da Tatakoto a Moorea, un ambiente meno estremo, dove la loro sopravvivenza viene monitorata nel tempo. I risultati preliminari suggeriscono che il patrimonio genetico di questi coralli potrebbe costituire una risorsa per programmi di ripopolamento di reef danneggiati.

Un fenomeno globale

L’interesse per i coralli resilienti non si limita alla Polinesia. In altre regioni, come il Golfo di Aqaba, si sono registrati casi di sopravvivenza durante eventi di surriscaldamento marino, anche con temperature superiori a 30°C. Analogamente, reef situati a profondità intermedie in aree come i Caraibi e la Grande Barriera Corallina mostrano una certa resistenza agli impatti del cambiamento climatico.

Monitoraggio e conservazione

La ricerca condotta a Tatakoto è parte di un più ampio programma di studio e conservazione delle barriere coralline coordinato da organismi internazionali. Queste attività alimentano reti di monitoraggio globale e contribuiscono allo sviluppo di strategie di adattamento per gli ecosistemi marini. Identificare e comprendere i meccanismi di resistenza di questi coralli offre nuove prospettive per la conservazione marina. Tali popolazioni potrebbero diventare risorse chiave per il ripristino di reef danneggiati in altre aree del mondo.