
Dazi e agroalimentare: l’allerta per il Made in Italy
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha riacceso i timori nel settore agroalimentare italiano, con particolare attenzione ai dazi che potrebbero colpire i prodotti Made in Italy. Durante la sua prima presidenza, l’impatto delle misure protezionistiche si fece sentire, causando perdite significative per le esportazioni italiane, stimabili in 3,5 miliardi di euro. In particolare, settori come quello dei formaggi e dei latticini, già colpiti in passato, potrebbero subire contraccolpi ancora più gravi.
Il rischio di imitazione
La preoccupazione è palpabile tra gli operatori del settore, che temono che i prodotti italiani possano essere imitati da altri Paesi, in particolare dalla Germania. Le aziende statunitensi, infatti, tentano di replicare la qualità dei nostri prodotti, ma il rischio è che ciò possa portare a un’ulteriore erosione del mercato per i produttori italiani. La questione del “Parmesan“ è solo un esempio di come le imitazioni possano danneggiare l’autenticità e il valore del nostro patrimonio agroalimentare.
Due delle eccellenze italiane che potrebbero risentire maggiormente di queste dinamiche sono il Grana Padano e l’Aceto Balsamico di Modena. Questi prodotti non solo rappresentano la tradizione culinaria italiana, ma sono anche simboli di qualità e autenticità. Se i dazi dovessero aumentare, i costi per i consumatori statunitensi lieviterebbero, riducendo l’appeal di questi prodotti e minacciando le vendite. Come sottolinea Giacomo Ponti, presidente di Italia del Gusto, “Gli americani sono secondi solo ai tedeschi nell’apprezzare e acquistare i nostri prodotti. Ma non nascondiamoci che ci sono anche lobby che vogliono ostacolare i prodotti italiani a vantaggio dei propri, e spingono per aumentare le tariffe doganali in nome di un sistema protezionistico ormai superato dal libero mercato. I dazi comporterebbero un aumento dei costi per i consumatori d’oltreoceano, riducendo l’appeal dei nostri prodotti e facendo scendere la domanda. Non possiamo permettere che accada. Ci sarebbe un effetto a catena che colpirebbe produttori e fornitori.”
La necessità di consapevolezza
La minaccia dei dazi è concreta e non può essere sottovalutata, soprattutto in un contesto geopolitico instabile come quello attuale, influenzato dai conflitti in Russia-Ucraina e in Medio Oriente. La situazione richiede un approccio proattivo, in cui le aziende italiane devono lavorare insieme per garantire la sopravvivenza e la prosperità del Made in Italy. Solo così si potrà affrontare al meglio le sfide future e continuare a far brillare la qualità dei nostri prodotti nel mercato globale.
In questo contesto, la consapevolezza della qualità dei prodotti italiani diventa cruciale. I prodotti agroalimentari italiani sono riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo, e questa reputazione deve essere sfruttata per mantenere e aumentare il loro appeal, specialmente negli Stati Uniti. Tuttavia, è essenziale che le aziende non si limitino a sperare in un cambiamento della politica commerciale, ma che prendano l’iniziativa per promuovere attivamente i loro prodotti.
Cosa possono fare le imprese italiane per fronteggiare questa situazione?
La risposta sembra essere quella di innovare e diversificare. Giacomo Ponti sottolinea che è fondamentale non solo reagire, ma anche cercare nuove fette di mercato. Le aziende devono adattarsi e trovare strategie valide per garantire la competitività dei loro prodotti, puntando su qualità e autenticità.
In conclusione, il futuro del Grana Padano, dell’Aceto Balsamico di Modena e di altri prodotti emblematici del nostro patrimonio agroalimentare dipende dalla nostra capacità di affrontare le sfide commerciali e protezionistiche che si profilano all’orizzonte.
La qualità e l’autenticità devono rimanere al centro delle strategie aziendali, per garantire che il Made in Italy continui a essere un simbolo di eccellenza nel mondo.
