Ecosistemi nascosti sotto il ghiaccio: una scoperta sorprendente in Antartide

Luglio 8, 2025 By

Un team internazionale di scienziati, a bordo della nave di ricerca R/V Falkor dello Schmidt Ocean Institute, ha scoperto un ecosistema marino ricco e attivo nel luogo in cui, fino a poche settimane prima, si trovava un’enorme massa di ghiaccio. La spedizione ha permesso di documentare per la prima volta un ambiente rimasto nascosto per secoli sotto un’imponente piattaforma glaciale.

Un’occasione unica: il distacco dell’iceberg A-84

Il 13 gennaio 2025, l’iceberg A-84, esteso per circa 510 chilometri quadrati (più o meno quanto l’area di Chicago), si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio denominata George VI, lungo la costa della Penisola Antartica. L’evento ha reso accessibile un tratto di fondale marino rimasto coperto da centinaia di metri di ghiaccio per centinaia, forse migliaia di anni. Dodici giorni dopo, la nave da ricerca è arrivata nella zona liberata per avviare una missione esplorativa.

Un ricco ecosistema a 800 metri di profondità

Utilizzando un ROV chiamato SuBastian, i ricercatori hanno potuto esplorare il fondale marino fino a 800 metri di profondità. Le immagini e i campionamenti hanno rivelato la presenza di un ecosistema sorprendentemente attivo: spugne, coralli, anemoni, pesci, polpi, meduse e altri organismi vivevano stabilmente in un ambiente ritenuto finora inospitale. Le dimensioni di alcune spugne, che crescono solo pochi millimetri all’anno, indicano che queste comunità erano presenti molto prima del distacco dell’iceberg.

La presenza di vita non ha colto di sorpresa i ricercatori: è noto che gli organismi marini sanno adattarsi a una vasta gamma di ambienti, dalle acque superficiali illuminate fino alle profondità vulcaniche prive di luce. Ma ciò che ha colpito è stata la straordinaria varietà e densità osservata: colonie di spugne, coralli di grandi dimensioni, anemoni colorati, meduse trasparenti, pesci, polpi e crostacei giganti popolano questi fondali con un’intensità inaspettata.

Come si sostiene la vita sotto il ghiaccio?

Secondo quanto riportato dai ricercatori che hanno preso parte alla spedizione, uno degli aspetti più affascinanti emersi riguarda le possibili fonti di nutrimento che sostengono la vita in questi ecosistemi. In genere, in ambienti profondi e coperti dal ghiaccio, l’assenza di luce solare limita drasticamente la disponibilità di cibo. I partecipanti alla missione ipotizzano che le correnti oceaniche possano trasportare nutrienti e materia organica da aree più ricche, consentendo così la sopravvivenza anche in condizioni ambientali estreme. Comprendere meglio questi meccanismi, spiegano, sarà fondamentale per analizzare la resilienza e l’equilibrio ecologico di ecosistemi ancora poco conosciuti.

Un contributo alla scienza globale

La spedizione in Antartide rientra nell’ambito dell’iniziativa Challenger 150, un programma globale per lo studio degli ecosistemi marini profondi. I risultati contribuiranno a migliorare la comprensione degli effetti del cambiamento climatico sugli oceani e aiuteranno a definire le strategie per la conservazione di ambienti marini estremi.

Un nuovo sguardo sulla vita nei fondali antartici

La scoperta di un ecosistema così ricco e sviluppato sotto una piattaforma glaciale appena collassata cambia radicalmente la percezione della vita nei fondali antartici. Dimostra che, anche in ambienti profondamente isolati, la biodiversità può essere sorprendentemente elevata. Le ricerche proseguiranno nei laboratori nei prossimi mesi, ma quanto già osservato rappresenta un passo importante nella conoscenza dei sistemi oceanici profondi e del loro ruolo nell’equilibrio del pianeta.