
Per l’architetto Carlo Ratti il futuro delle città è green
Negli ultimi anni, il concetto di città sostenibile è diventato sempre più centrale nel dibattito pubblico e nelle strategie di sviluppo urbano. Secondo l’architetto e ingegnere Carlo Ratti, professore al MIT di Boston e direttore del MIT Senseable City Lab, il futuro delle città sarà inevitabilmente ecologico, indipendentemente dai cambiamenti politici e culturali. Le città “sensibili” che progettano soluzioni innovative per la transizione energetica rappresentano la chiave per affrontare le sfide climatiche ed economiche del nostro tempo.
Città sostenibili: il caso di Helsinki e il teleriscaldamento a energia pulita
Uno dei progetti più interessanti di cui Ratti è stato protagonista riguarda la città di Helsinki, dove il sistema di teleriscaldamento – tradizionalmente alimentato a carbone – sta subendo una rivoluzione green. Grazie a un’idea vincente nata dalla Helsinki Energy Challenge, il team del MIT ha proposto di trasformare l’energia rinnovabile in calore, immagazzinandolo nell’acqua marina per riscaldare la città.
L’idea di utilizzare l’acqua come sistema di accumulo consente di risolvere uno dei problemi più complessi della transizione energetica: la gestione dell’eccesso di energia prodotta da fonti rinnovabili. Questo progetto non solo riduce drasticamente l’impatto ambientale della città, ma si propone come un modello replicabile in altre metropoli europee.
Rigenerazione urbana a Trieste: da raffineria a parco di energie rinnovabili
Un altro esempio di trasformazione sostenibile riguarda Trieste, dove una vecchia raffineria di petrolio è stata riconvertita in un parco di energie rinnovabili. Qui, le vecchie cisterne di stoccaggio degli idrocarburi sono state trasformate in batterie ad acqua, un sistema che consente di accumulare l’energia prodotta dal fotovoltaico per poi rilasciarla attraverso un meccanismo di pompaggio e turbina, simile a quello dei bacini idroelettrici alpini.
Questo progetto dimostra come sia possibile riutilizzare le infrastrutture esistenti, adattandole alle nuove esigenze della transizione ecologica e offrendo una seconda vita a strutture obsolete, senza la necessità di nuove costruzioni ad alto impatto ambientale.
L’urbanistica sostenibile non si fermerà, nonostante le sfide politiche
Secondo Ratti, l’attenzione alla sostenibilità ambientale non è una moda passeggera, ma un modello economico vincente, destinato a consolidarsi indipendentemente dai cambiamenti politici o dalle fluttuazioni di interesse del mercato. Il verde conviene, sia in termini ambientali che finanziari, e le aziende stanno comprendendo che investire in soluzioni sostenibili porta benefici a lungo termine.
Le città del futuro saranno sempre più intelligenti e orientate all’ottimizzazione delle risorse, grazie a tecnologie avanzate e a un approccio di progettazione basato su dati e analisi scientifiche.
Così spiega la sua tesi in un’intervista su “Il Sole 24 Ore”:
“Mi sorprende sempre molto quanta gregarietà ci sia nel sistema economico. Fino all’anno scorso, qui a Davos, tutti parlavano di Esg, quindi di costruire edifici, quartieri sostenibili. Quest’anno Esg sembra essere una parola tossica, da non usare. Io credo che dobbiamo andare oltre le etichette. Dietro la transizione, c’è qualcosa che ha grande senso economico, è il modo più economico per produrre energia. Questo non verrà fermato né da cambiamenti politici né da cambiamenti culturali. Il verde ormai paga e andrà avanti al di là delle guerre culturali o delle scelte politiche di questo o quel Governo.”
Smart working e sostenibilità: quale impatto sulle città del futuro?
Il tema del lavoro agile è stato spesso citato come una possibile soluzione per ridurre l’impatto ambientale delle città, riducendo traffico e inquinamento. Tuttavia, Ratti mette in guardia contro l’eccessivo entusiasmo per lo smart working totale, sottolineando che il lavoro in presenza rimane essenziale per mantenere la creatività e la produttività.
Secondo uno studio condotto dal MIT, la socializzazione in ufficio è fondamentale per la creazione di reti di contatti e per mantenere quei legami deboli che favoriscono l’innovazione e la crescita professionale. La soluzione ideale per il futuro delle città sembra essere un modello ibrido, con due o tre giorni in ufficio e il resto del tempo in smart working, un compromesso che permette di ottimizzare spazi e risorse.
Il futuro delle città: più tecnologia e meno impatto ambientale
Le città stanno diventando sempre più “sensibili”, ovvero capaci di rispondere in tempo reale alle esigenze dei cittadini e dell’ambiente grazie all’utilizzo di big data, IoT (Internet of Things) e intelligenza artificiale.
Le soluzioni adottate oggi, come le reti di energia rinnovabile e i nuovi modelli di gestione degli spazi urbani, non solo contribuiscono alla lotta contro il cambiamento climatico, ma rendono le città più vivibili, sicure e accessibili per tutti.
Le città del futuro non possono prescindere dalla sostenibilità. Progetti come quelli realizzati a Helsinki e Trieste dimostrano che la transizione ecologica è già in corso e rappresenta un’opportunità unica per ridisegnare le metropoli in chiave più efficiente e rispettosa dell’ambiente.
Le amministrazioni, le imprese e i cittadini devono collaborare per accelerare questo cambiamento, sfruttando le nuove tecnologie e promuovendo un uso più responsabile delle risorse. Il futuro delle città è green, e il cambiamento è già iniziato.
