Piante geneticamente modificate per migliorare l’aria di casa: la sfida del pothos

Luglio 16, 2025 By

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington ha sviluppato una versione geneticamente modificata del pothos (Epipremnum aureum), pianta d’appartamento comunemente utilizzata per il suo valore ornamentale e la facilità di coltivazione. L’obiettivo dell’intervento genetico è stato quello di migliorarne le capacità di depurazione dell’aria in ambienti chiusi.

L’integrazione di un enzima umano

Il team ha inserito nella pianta il gene responsabile della produzione dell’enzima umano P450 2E1, normalmente presente nel fegato e coinvolto nella metabolizzazione di sostanze tossiche. Una volta espresso nella pianta, questo enzima consente al pothos di degradare composti volatili pericolosi, tra cui benzene e cloroformio, spesso presenti negli ambienti domestici a causa dell’uso di vernici, detergenti, plastica e materiali da costruzione.

Risultati sperimentali

In condizioni controllate di laboratorio, il pothos modificato ha mostrato una notevole efficacia nel rimuovere inquinanti dall’aria. In particolare, è stato in grado di eliminare fino all’82% del cloroformio presente in tre giorni. Per quanto riguarda il benzene, la pianta ha dimostrato una capacità di assorbimento fino a 4,7 volte superiore rispetto a una pianta non modificata.

Verso una biofiltrazione domestica continua

La possibilità di impiegare piante d’appartamento modificate per la biofiltrazione continua dell’aria rappresenta un interessante punto d’incontro tra biotecnologia, sostenibilità ambientale e benessere abitativo. Si tratta di un’evoluzione che potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza da sistemi meccanici e chimici per il trattamento dell’aria, con benefici sia ambientali che economici.