Quando i rifiuti diventano energia: il termovalorizzatore di Oslo

Maggio 30, 2025 By

In un mondo in cui la gestione dei rifiuti è spesso vista come una sfida ambientale e logistica, Oslo ci dimostra che può essere anche una risorsa. Nella capitale norvegese, i rifiuti urbani diventano energia. Più precisamente, diventano calore. Un calore che alimenta la rete di teleriscaldamento cittadina e tiene al caldo oltre 100.000 case durante i lunghi inverni scandinavi.

Al centro di questo sistema c’è l’impianto Hafslund Celsio, uno dei più importanti termovalorizzatori d’Europa, capace di bruciare in sicurezza fino a 315.000 tonnellate di rifiuti all’anno, generando 1,8 TWh di calore e circa 100.000 GWh di energia elettrica. Situato nei pressi della capitale, questo impianto copre da solo il 36% del fabbisogno nazionale di calore per il teleriscaldamento.

Ma l’efficienza raggiunta ha portato Oslo a un paradosso interessante: la città ricicla e differenzia così bene i propri rifiuti da non averne più abbastanza per alimentare completamente l’impianto. Il risultato? Oslo importa rifiuti da altri Paesi europei — tra cui Regno Unito, Svezia e Germania — per continuare a produrre energia termica a basso impatto e sostenere il proprio sistema virtuoso.

Economia circolare in azione

Quello di Celsio non è solo un impianto di incenerimento avanzato, ma un vero centro di circolarità urbana. I progetti dell’azienda municipalizzata Hafslund spaziano dalla produzione di energia idroelettrica (con Hafslund Eco Vannkraft), all’eolico offshore (con la partecipazione in Blåvinge), fino all’elettrificazione dei trasporti e allo sviluppo di reti per raffreddamento e fibra ottica che partono proprio dal termovalorizzatore.

Tutto questo ha anche un impatto positivo sui cittadini. Secondo i dati del 2024, dopo l’entrata in funzione dell’impianto, il costo dell’energia elettrica per i consumatori è sceso da 175 euro al MWh a 60 euro al MWh, un risparmio tangibile e continuo. Nel frattempo, l’impianto ha generato utili per 370 milioni di euro solo nel 2024.

Le emissioni: un punto critico

Ovviamente, non mancano le critiche. Il nodo centrale è rappresentato dalle emissioni di CO₂. L’impianto produce annualmente circa 459.000 tonnellate di anidride carbonica, un valore superiore a quello abbattuto dai filtri e dai sistemi di controllo ambientale attualmente in funzione. Hafslund ha però già avviato un programma per raggiungere la neutralità entro il 2035, puntando su tecnologie avanzate di Carbon Capture and Storage (CCS).

È importante sottolineare, però, che questa cifra non tiene conto delle emissioni evitate grazie all’utilizzo dei rifiuti come fonte energetica. In questo senso, l’impianto Celsio contribuisce a risparmiare oltre un milione di tonnellate di CO₂ ogni anno, che sarebbero altrimenti generate dalla combustione di gas o carbone per produrre la stessa quantità di calore.

Oslo: laboratorio europeo per il futuro dell’energia

Il caso di Oslo non è solo un’eccezione virtuosa. È anche un modello replicabile, che mostra come una visione integrata tra energia, ambiente e innovazione urbana possa portare a risultati concreti, sia in termini di sostenibilità che di benefici economici per i cittadini.

Importare spazzatura per restare sostenibili può suonare come un paradosso, ma è la prova di quanto una strategia ben pianificata possa trasformare i limiti in risorse. Oslo oggi ci mostra una strada possibile per coniugare efficienza, economia circolare e decarbonizzazione, senza perdere di vista il benessere quotidiano delle persone.