L’Italia è prima in economia circolare. Ma sta rallentando…
Se nelle classifiche e nelle previsioni delle agenzie rating e del Fondo monetario l’Italia arranca, non altrettanto può dirsi in quelle sul riciclo dei rifiuti. In Europa, infatti, il nostro Paese è primo nella classifica dell’economia circolare con 103 punti davanti a Regno Unito (90 punti), Germania (88), Francia (87) e Spagna (81).
I dati sono stati raccolti e elaborati da Circular Economy Network – la rete promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e 13 aziende e associazioni d’impresa – e dall’Enea (ente pubblico per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) tenendo conto dell’indice complessivo di circolarità.
Su cosa si basa e come viene calcolato? L’indice di circolarità è il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse, utilizzo di materie prime seconde e innovazione nelle categorie produzione, consumo, gestione rifiuti.
Dunque, nel Vecchio continente, l’Italia è prima in economia circolare. Attenzione prima di giubilare troppo e riponiamo i calici prima di festeggiare. La corsa tricolore verso la circolarità è rallentata. Rispetto al 2018, l’Italia è cresciuta di 1 solo punto, mentre la Francia è cresciuta di 7 punti e la Spagna addirittura di 13.
Un risultato che preoccupa anche a livello occupazionale e che in futuro potrebbe impattare in un settore – quello del riciclo e del riuso – che l’Italia registra il 2,1% dell’occupazione nazionale (la media europea, invece, è delll’1,7%).
Perché? Probabilmente il fatto che non siano state recepite ancora del tutto le nuove direttive sull’ambiente del 2018 ha inciso. Di sicuro, c’è da riprendere il cammino e non perdere questo primato. Dietro, corrono.