Buone pratiche. Mister P&G e il riciclo dei pannolini
Parla Gianni Ciserani, l’italiano che controlla metà del giro d’affari di Procter & Gamble. Dal riciclo dei pannolini alle eco-dosi di detersivo: i programmi sostenibili (e dal cuore tricolore) della multinazionale (Corriere della Sera 21 maggio, Irene Consigliere)
Trentun anni in Procter&Gamble, Gianni Ciserani, 55 anni, ora Group President con responsabilità mondiale delle divisioni cura dei tessuti e della casa, cura dei bambini e igiene femminile, è partito dalla laurea all’Università Bocconi (da cui è stato proclamato Alumnus dell’anno nel 2012) e in seguito in P&G con la carica di junior product manager. Una lunga strada a cominciare dai sacrifici per fare l’Università: per pagarsi gli studi ha guidato camion e lavorato come operaio.
«Non parlavo inglese, la mia famiglia non era in grado di pagarmi le tasse universitarie, il mio background era modesto, all’inizio ho fatto fatica ad ambientarmi, mi sembrava tutto difficile, ma poi ho cominciato a vedere il bicchiere mezzo pieno e a non trovare più scuse se sbagliavo qualcosa e ad avere sempre maggiore fiducia in me stesso» ha raccontato Ciserani, in un colloquio con gli studenti delle lauree magistrali dell’ateneo milanese, nella serie «A conversation with…».
Primo italiano a gestire oltre la metà del fatturato della multinazionale di Cincinnati (65, i miliardi di dollari nello scorso esercizio fiscale), Ciserani ha inoltre riferito di avere tra i suoi principali obiettivi quello di continuare a costruire la fiducia anche nella sua squadra. È anche il regalo più grande che può fare l’Università: la possibilità di credere in sé stessi. Da qui la raccomandazione ai futuri manager dell’ateneo milanese: per avere successo bisogna continuare a osare senza aver paura di sbagliare e cercare sempre di realizzare i propri sogni. «Cerco sempre persone che abbiano una passione, l’ambizione e la forza di raggiungere l’eccellenza» ha aggiunto Ciserani che ritiene con fiducia che in Italia nonostante difficoltà e incertezze vi siano le condizioni ideali per innovare.
Tanto che proprio il nostro Paese come racconta il manager – ha accolto per primo la sfida del riciclo dei pannolini, un prodotto che fino ad oggi finisce il ciclo di vita negli inceneritori o in discarica. Fater, joint venture tra P&G e gruppo Angelini, che distribuisce tra gli altri i marchi Pampers e Lines, ha infatti ideato una tecnologia in grado di riciclare al 1oo% i prodotti usati trasformandoli in materie prime-seconde ad alto valore aggiunto come plastica, cellulosa e un polimero superassorbente. Pannolini e prodotti per incontinenza potranno diventare arredi urbani e molteplici altri oggetti di uso quotidiano come grucce e mollette.
L’azienda ha inaugurato ad ottobre 2017 in Veneto (a Lovadina di Spresiano in provincia di Treviso) la versione industriale, unica al mondo, dell’impianto di riciclo che a regime potrà gestire fino a 1o.ooo tonnellate/anno di prodotti usati di tutte le marche. Da 1 tonnellata di rifiuti conferiti alla raccolta differenziata sarà possibile ricavare 150 kg di cellulosa, 75kg di plastica e 75kg di polimero super assorbente.
Ma oltre all’impegno nella sostenibilità ambientale quali le strategie per il futuro di P&G? «Punteremo sull’innovazione, dopo il successo delle ecodosi di detersivo, abbiamo introdotto in Italia un profumatore di bucato e un balsamo giornaliero che rende i capelli 3 volte più forti in 3 minuti. Guardiamo con interesse ai Millennials. Oggi sta cambiando il modo di vendere e comunicare delle grandi multinazionali, si acquista online, anche se punti vendita fisici e virtuali conviveranno sempre, e i consumatori chiedono di conoscere i valori dei brand che dovranno essere sempre più sostenibili» precisa Ciserani.
Parità di genere, lotta agli stereotipi, diversità e inclusione gli impegni dell’azienda americana che recentemente in aprile in Italia e Spagna ha lanciato su Amazon un progetto a sostegno di Save The Children contro la dispersione scolastica. E poi sempre più ecommerce, un business che per Procter Gamble oggi vale 3 miliardi di dollari a livello mondiale, grazie anche ai rapporti commerciali con Amazon e Alibaba.