Quando il riciclo diventa business. Il caso di 3 startup
Fare business come le tradizionali imprese e, al tempo stesso, promuovere le buone pratiche dell’economia circolare a salvaguardia dell’ambiente. Non solo è possibile, ma si tratta di un trend in forte crescita. E per fortuna. Tre casi di startup.
Rifiuti: per certe aziende sono scarti da smaltire, per altre possono essere materia prima. Perché allora non fare incontrare domanda e offerta? Ecco la trovata di Sfridoo, «Nella maggior parte dei casi i residui di produzione sono scarti, ma costituiscono un costo per l’azienda”, spiega Andrea Cavagna – uno dei fondatori – in un’intervista rilasciata a L’Economia del Corriere della Sera. Non solo. Sfridoo offre anche consulenza in materia di gestione dei rifiuti. Come? Svolgendo analisi, individuando inefficienze e offrendo soluzioni a gestori e gestiti.
Convertire i rifiuti contenenti amianto in materiale sicuro, invece, è l’attività svolta dalla startup Microwaste. Attraverso un processo di riscaldamento ad alta temperatura, il materiale subisce una modifica della struttura chimica che lo rende innocuo per l’uomo e l’ambiente.
Molto interessante, infine, il caso della fiorentina Catalyst, startup che ricicla residui di edifici demoliti o macerie da eventi sismici. Giulia Campanelli, nel suo articolo per il Corriere della Sera, spiega il processo: “consiste nella selezione, triturazione, miscelazione con cemento ed altri additivi coloranti, se richiesti, ed infine pressatura a freddo in stampi predisposti in formato di mattoni uni faccia a vista ed incollati con colle speciali, invece che murati con malta in modo tradizionale. In questo modo i prodotti non hanno necessità di intonacatura né tinteggiatura.”