Quando la satira parla di rifiuti…
Che la gestione rifiuti sia una delle questioni importanti lo si capisce dalla satira. Si sa, la satira è il termometro della libertà d’espressione di un Paese, ma anche il megafono di una comunità rispetto a un problema. Due esempi recenti. Il comico Paolo Hendel, a Quarta Repubblica di Nicola Porro, traccia un parallelo: non solo i giovani e i pensionati, anche i rifiuti sono costretti ad emigrare all’estero. Il pubblico ride, anche se sono risate amare.
Maurizio Crozza, invece, nel corso della trasmissione Che fuori tempo che fa di Fabio Fazio, sottolinea come i termovalorizzatori in certi Paesi europei siano un’opportunità e non un problema (il caso Copenaghen) e ironizza sull’affermazione di Luigi Di Maio, secondo cui “non si devono costruire inceneritori in Campania perché inquinano”.
Ha ragione Di Maio”, dice il comico ligure. “Però, perché se ci tiene così tanto alla salute dei campani, Di Maio non abolisce il Capodanno?”
Silenzio in studio.
“Cosa c’entra il Capodanno coi rifiuti?”, chiede Fazio sollecitato dallo stesso Crozza.
“È uscito un articolo del Sole 24Ore, secondo il quale, nel 2005, sei ore di botti di San Silvestro hanno prodotto tanta diossina nell’aria di Napoli quanto 120 inceneritori in un anno!”, risponde Crozza sottolineando la miopia di certo ambientalismo. Anche qui il pubblico applaude, ma sono applausi amari.
Nel 2014 fa era stata la volta di Enrico Brignano. Nel suo spettacolo A sproposito di noi, il comico romano aveva ironizzato sul “controsenso” dell’immondizia.