Plastica usa e getta, dal 2021 sarà vietata
Dal 2021 addio a piatti, bicchieri, posate e cannucce di plastica. Ecco la decisione dell’Ue dopo un negoziato che ha coinvolto Consiglio, Commissione e Parlamento. I Paesi europei, dunque, hanno due anni per recepire nelle leggi la nuova direttiva. Il “giro di vite” riguarderà gli oggetti di plastica monouso che hanno il pregio di essere pratici, ma anche di inquinare suolo e soprattutto i mari.
Divieto esagerato? Mica tanto se si calcola che il 10% dei rifiuti prodotti (tra gli otto e i dieci milioni di tonnellate) finisce in mare, con grave danno degli ecosistemi coinvolti. A partire dal Mediterraneo, un mare chiuso che per un totale ricambio delle acque ha bisogno di un centinaio di anni. Una piccola rivoluzione decisiva per la salvaguardia dell’ambiente. Un indizio, peraltro, dell’eccessivo ricorso a questi oggetti dal forte impatto ambientale arriva dal Collins. L’autorevole dizionario inglese, infatti, ha scelto come parola dell’anno 2018 single use, cioè usa e getta: una definizione usata per i prodotti non riciclabili. Insomma, la diffusione di tale espressione indica la diffusione degli oggetti in questione e (speriamo) anche la sensibilità dinanzi a un problema non più procrastinabile.
Ma torniamo alla decisione dell’Unione. Come detto, saranno vietati cannucce, piatti e posate in plastica. Ma non solo. Al bando anche cotton fioc, oggetti in plastica oxo-degradabile (come le buste che si consumano al contatto con l’aria) e scatole di alimenti in polistirolo (quelli usati come contenitori di panini nei fast food). Per altri oggetti, invece, la parola d’ordine è ridurre. Per le bottiglie in Pec, ad esempio, è fissato l’obiettivo è di riciclare almeno il 25% di plastica per il 2025 (la media per ogni Stato membro) e il 30% per il 2020.
Tutti contenti? Non proprio. Molte associazioni ambientalistiche hanno espresso perplessità, ritendendo alcuni target troppo vaghi e non sempre vincolanti. Forse è vero. Intanto, però, è stato posto in essere un decisivo passo avanti. Siamo convinti che nel 2021 la parola dell’anno non sarà la stessa del 2018…