Rame anti-Covid: 5 cose da sapere (che potrebbero salvarci la vita)
Il metallo più antico come arma per combattere la pandemia. Lo dicono esperienza, scienza e alcuni casi pratici…
Il rame come arma antimicrobico per combattere il Covid. Non è una novità (le proprietà antibatteriche e antivirali del rame erano note già alle civiltà antiche) e ne avevamo parlato già alcuni mesi fa. Quello che tutti non sanno, però, è che nel frattempo studi e applicazioni sul campo sono andati avanti con risultati significativi. Insomma, sia nel settore pubblico che in quello privato e domestico, il rame può essere un ulteriore e importante carta per impedire i contagi e tornare prima possibile alla normalità. Vediamo perché.
1. Il contagio da Covid avviene con la presenza del germe in aerosol, ma anche attraverso il contatto con superfici contaminate. Recenti studi pubblicati dal New England Journal of Medicine e dell’Università di Cambridge evidenziano come il virus esercita la sua attività virale soprattutto su plastica e acciaio inossidabile (dove può rimanere anche per diverso tempo), molto meno su rame. Il rame, infatti, riduce la carica virale del Covid e, più in generale, l’esposizione ai batteri responsabili delle infezioni grazie alle sue proprietà antimicrobiche.
2. Uno studio dell’Istituto di Virologia dell’Università di Pisa ha recentemente dimostrato che il rame può ridurre la carica virale del Covid del 90% nel giro di 10 minuti e neutralizzare il virus del 100% in appena un’ora. Sulle superfici, il virus è stato rilevato fino a 72 ore dopo la diffusione; sul rame, invece, nessuna presenza del Covid dopo sole quattro ore.
3. Le qualità del rame, come già accennato sopra, erano conosciute e sfruttate già dalle antiche civiltà. Non a caso, per i cinesi era il simbolo della salute, mentre gli egizi lo usavano per controllare l’infezione. La tradizione indù legata alla medicina ayurvedica (risalente a oltre 3000 anni fa), inoltre, raccomanda da sempre di custodire l’acqua in recipienti di rame per una migliore conservazione.
4. A conferma che il rame è un sanificatore naturale da sfruttare nella battaglia contro il Covid, è stato avviato un progetto europeo denominato Copper-Action Hub, coordinato da Roberto Bertollini, esperto di sanità pubblica. L’obiettivo? Creare una piattaforma aperta per valorizzare le proprietà naturalmente antimicrobiche del rame e usarle come leva per un futuro più sicuro e sostenibile.
Rame aeroporto Milano
5. Non solo studi. Sempre più soggetti pubblici e privati considerano l’uso del rame come ulteriore misura ai protocolli di sanificazione e igienizzazione contro la diffusione di batteri e virus. In Italia, c’è il caso dell’aeroporto di Milano Linate che ha scelto di utilizzare il rame nelle superfici ad alto contatto (manici dei carrelli portabagagli e di corrimano per le scale). Il progetto, nato dalla partnership tra Kme e Sea (la società che gestisce il sistema aeroportuale milanese) nel 2021, è un laboratorio nazionale (e non solo) di grande rilievo. Per questo, c’è molto interesse per i risultati attesi per il prossimo anno. Sono disponibili, invece, quelli di TransLink, azienda di trasporto canadese che ha applicato il rame su due autobus e due vagoni di treni. Ebbene, da una prima sperimentazione effettuata sui campioni eseguiti durante i viaggi e in laboratorio, emerge che le superfici contenenti rame rimuovono i batteri fino al 99,9 per cento e in appena un’ora. Una bella notizia. E di questi tempi ne abbiamo proprio bisogno.