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Gestione rifiuti

Rapporto Ecomafia 2021: crescono i reati ambientali

Novembre 27, 2021 By
La pandemia non frena i reati ambientali. I dati della relazione curata da Legambiente.

Un campanello d’allarme per ambiente e collettività. È quello lanciato da Legambiente con la pubblicazione del rapporto Ecomafia, il dossier – curato dall’associazione sulla base di dati forniti dalle autorità di polizia, dalla magistratura e dalle agenzie ambientali territoriali – che ha fotografato il complesso dei reati commessi ai danni dell’ecosistema durante il 2020. L’emergenza sanitaria esplosa proprio lo scorso anno non ha frenato l’attacco criminale al patrimonio ambientale italiano: incendi boschivi, edilizia abusiva, inquinamento, frodi, sfruttamento di flora e fauna hanno registrato nel complesso un leggero incremento rispetto al 2019 facendo contare 34.867 reati ambientali accertati (+0,6%), con una media di oltre 95 reati al giorno, ossia quattro ogni ora.rapporto ecomafia dati

Illeciti ambientali, sempre peggio il Lazio

Un bilancio impietoso se si considera il ridotto numero di controlli effettuati dalle autorità a causa della pandemia e il fermo prolungato di molte attività produttive su tutto il territorio nazionale. Il rapporto evidenzia pure un aumento delle persone denunciate (33.620, +12 per cento), degli arresti (329, +14,2%) e dei sequestri (11.427, +25,4 per cento). In testa nel computo degli ecoreati restano Sicilia, Calabria Puglia e Campania, ma il bollino rosso riguarda comunque il Paese nella sua interezza con il Lazio attenzionato speciale. Ingente anche il peso economico sviluppato dal mercato illegale e sommerso che ha raggiunto i 10,4 miliardi di euro: un quadro criminale che ricomprende una varietà di reati, dallo sversamento colposo di sostanze inquinanti, agli illeciti nel ciclo dei rifiuti, dagli incendi nei boschi al traffico illecito e allo sfruttamento degli animali.

Chi delinque

Ma chi delinque sul versante ambientale? Oltre chiaramente alle organizzazioni criminali, una parte rilevante dell’ammontare totale dei reati individuati ha riguardato direttamente le attività connesse alle funzioni produttive delle imprese, un’evidenza che conferma le motivazioni economiche che spesso sono dietro a scelte dolose di danneggiamento agli ecosistemi.

Rapporto Ecomafia 2021: storie e numeri

Le proposte di Legambiente

“In un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del Paese” ha affermato il Presidente di Legambiente Stefano Ciafani in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’indagine.

Ripartire dal completamento delle norme di contrasto ai reati ecologici è la chiave di lettura proposta dalla principale organizzazione ambientalista italiana, che sottolinea l’urgenza di chiudere presto l’iter parlamentare di aggiornamento dell’articolo 9 nel senso dell’inclusione della tutela ambientale tra i princìpi fondamentali della Costituzione. A questo dovrebbe aggiungersi, tra le principali misure avanzate, a. il rafforzamento dei controlli e delle iniziative di investigazione, b. la cancellazione dell’improcedibilità penale per i delitti contro l’ambiente e c. l’approvazione di un pacchetto di provvedimenti contro i delitti di agromafia e danneggiamento del patrimonio culturale, archeologico e artistico.

Mattia Piola, 26 novembre 2021