Rifiuti, un’opportunità per l’Africa
Il dato è l’impressionante e riguarda l’Africa: 70 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti in un anno, di cui solo il 10% viene raccolto e riciclato. Con il risultato di megalopoli che divengono discariche a cielo aperto. Dati da paura quelli certificati nell’ultimo rapporto della Banca Mondiale, tanto più se si pensa che, per il 2025, la popolazione in Africa è prevista in aumento (500 persone in più per un totale di 1,7 miliardi di persone) e con essa anche la produzione di rifiuti (150 milioni di tonnellate di rifiuti, il doppio degli attuali).
Tutto perduto? No, qualcosa nel Continente si muove nonostante i deficit organizzativi amministrativi e tecnologici. Non dimentichiamo che tra i 55 Stati al mondo che hanno vietato l’uso dei sacchetti di plastica, 24 sono africani. Non solo. In Sudafrica, i tassi annui di riciclo della plastica sono addirittura superiori a quelli europei (43,7% contro il 31,1%). Certo, parliamo di un’organizzazione basata sui privati e con diverse falle, ma comunque capace di assorbire 58 mila posti di lavoro già nel 2018.
Dicevamo: l’economia circolare e il riciclo prendono piede anche in Africa. In Kenya, uno dei primi Paesi al mondo ad aver abolito i sacchetti di plastica, il governo sta valutando l’ipotesi di vietare le bottiglie di plastica, che vanno a ingrossare le tonnellate di rifiuti. Intanto la Coca Cola ha annunciato un piano di investimenti in Africa del sud e nella parte orientale proprio dedicata al riciclo delle bottiglie di ben 38 milioni di dollari in tre anni. Tutela dell’ambiente, sviluppo e lavoro: un’opportunità per l’Africa. Si può fare.