Spreco alimentare, il 17% del cibo finisce nella spazzatura
I dati dell’Onu forniti in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione fanno riflettere. Complice la pandemia, però, qualcosa sta cambiando…
La lotta alla fame del mondo e agli sprechi alimentari si fa sempre più difficile, nonostante viviamo tempi sempre più tecnologici e globalizzati. Pandemia e cambiamenti climatici (siccità e precipitazioni estreme flagellano coltivazioni e raccolti dei campi), infatti, si sono aggiunte ai conflitti, da sempre tra le cause principali della malnutrizione mondiale.
Ed ecco allora che i numeri raccontano una realtà impietosa, visto gli oltre 3 miliardi di persone che non sono in grado di garantirsi una dieta sana e gli 811 milioni che soffrono la fame. Dati difficili da accettare, soprattutto se si pensa che alle sofferenze dei paesi più poveri fanno da contraltare gli sprechi della parte del mondo più opulento. Secondo l’Onu, ogni anno finirebbe nei bidoni della spazzatura di famiglie, rivenditori e ristoranti il 17 per cento degli alimenti prodotti. Ben 931 milioni di tonnellate di prodotti alimentari per un costo stimato in 400 miliardi di dollari! Parliamo di un impatto devastante sull’ambiente e su un’economia già duramente colpita dall’emergenza sanitaria.
L’Italia, in fondo, ne è una piccola rappresentazione, come dimostra un’analisi Coldiretti su dati Onu, diffusi lo scorso 16 ottobre in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione: da una parte, i 67 kg di cibo per abitante (oltre 4 milioni di tonnellate) gettati ogni anno dalle famigli italiane; dall’altro, i quasi due milioni della popolazione che si sono rivolti ai centri Caritas nell’ultimo anno (il 44% per la prima volta).
Speranza di invertire la rotta? Sì, perché qualcosa negli ultimi due anni è cambiato. Sempre secondo la Coldiretti, che ha presentato il primo Rapporto globale sullo spreco (Food&waste around the world di Waste Watcher International), un italiano su due (55 per cento) ha diminuito o annullato gli sprechi, adottando comportamenti maggiormente orientanti all’efficienza del sistema agroalimentare e alla qualità della nutrizione.
La pandemia (con l’aumento della vita domestica che ne è conseguita), infatti, ha determinato una svolta green degli italiani proprio a partire dalla tavola, con quasi due italiani su tre (il 64 per cento) che si sono cimentati ai fornelli. Tra i piatti più gettonati, ecco, polpette, frittate, pizze farcite e macedonie. Ottime pietanze per recuperare gli avanzi e antiche tradizioni culinarie. Insomma, nuove e vecchie abitudini che fanno ben sperare per la lotta agli sprechi alimentari.