Ambiente, quando le troppe leggi non aiutano
La raccolta e la gestione dei rifiuti? A volte l’ostacolo più grande è rappresentato dal desiderio (spesso animato dalle migliori intenzioni) di normare e controllare. Prendiamo il Testo unico per l’Ambiente. Dal 2006, anno della sua introduzione, gli articoli sono passati da 318 a 397 (+25% il numero delle parole aggiuntive) che lo hanno fatto lievitare del 60%. Una media di 72 cambiamenti ogni anno! E con tante norme, spesso in contradizione tra loro, ecco che il risultato è opposto a quello prefisso: gli ecofurbi hanno più possibilità di farla franca a danno di chi opera correttamente o vuole investire negli impianti.
Qualche esempio? Sul Sole 24 Ore del 2 giugno, Jacopo Giliberti scrive: “Per il ministero dell’Ambiente, che vuole imporre al gas una norma end-of-waste, la molecola CH4 formata da un atomo di carbonio e quattro atomi di idrogeno è un rifiuto se la sua fermentazione, invece di essere avvenuta in un giacimento nel sottosuolo, è avvenuta in superficie in appositi impianti di biometano. Così solamente i più avventurosi osano impegnare i loro soldi per produrre metano con la certezza che arriveranno verbali, sequestri e processi appena avranno una giornata di malumore un comitato Nimby, un perito della procura, un funzionario comunale o un maresciallo.
“Ma i casi di paralisi sono mille e mille”, prosegue Giliberti. E ancora: “Per esempio, nel 2014 alcuni nemici dell’ambiente paralizzarono il riciclo imponendo per legge che tutti i rifiuti fossero classificati come pericolosi tranne solamente quelli che potevano dimostrare di non esserlo; la norma visse pochi mesi. Oggi però le maggiori aziende di lavori stradali non miscelano con l’asfalto il polverino di gomma da pneumatici usati, che si accumula perché per il ministero dell’Ambiente è un rifiuto. Ovviamente, (…) ora il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, promette che farà un decreto end-of-waste per dire che è gomma la gomma da usare nell’asfalto, e un altro decreto per dire che è carta la carta da macero”.
Ma i casi di paralisi dovuti a incertezze normative e vincoli burocratici sono tanti. Proprio come gli articoli e le parole che continuano ad aggiungersi al Codice dell’Ambiente…