Carta, arriva l’End of waste. 3 motivi per esultare
In queste settimane, l’aumento dei contagi da Covid e la crisi economica che ne consegue hanno fatto passare in secondo piano la notizia che il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato il decreto sull’End of waste di carta e cartone. Eppure si tratta di un piccolo grande passo verso l’economia circolare da non sottovalutare, poiché – come ha spiegato lo stesso ministro – “l’End of Waste è un tassello indispensabile per la valorizzazione del potenziale dei rifiuti e può dare un forte contributo allo sviluppo delle potenzialità del settore di riciclo”. Vediamo meglio i motivi.
Il regolamento di settembre decreta la cessazione di qualifica di rifiuto per carta e cartone: ciò vuol dire che i materiali derivanti dal trattamento di carta e cartone potranno essere utilizzati per altri scopi, entrando di fatto in “concorrenza” sotto ogni profilo con la materia prima vergine. In altre parole, potranno essere reimmessi sul mercato, con un triplice vantaggio: a) viene valorizzata l’attività di recupero e riciclo dei materiali; b) viene ridotto il consumo di risorse naturali e materie prime (in questo caso, gli alberi); c) viene abbassata la quantità di rifiuti destinata allo smaltimento.
La terza tappa dell’End of waste (prima della carta, erano stati approvati i regolamenti per i pannolini assorbenti nel marzo 2019 e quello per la gomma vulcanizzata nel marzo 2020) è stata lunga, quanto impegnativa. Per la firma del regolamento, infatti, ci sono voluti due anni e mezzo di incontri tecnici e consultazioni tra Ispra (l’organo tecnico del Ministero dell’Ambiente), Unione europea, operatori del settore e stakeholder. Il risultato sono stati 7 articoli e 3 allegati, nei quali sono indicati i criteri generali ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto (1°), gli scopi specifici per cui sono utilizzabili carta e cartone recuperati (2°) e il modello della dichiarazione di conformità con l’anagrafica del produttore e le sue dichiarazioni sulle caratteristiche del materiale recuperato (3°).
Aspetti tecnici a parte, rimane la rilevanza della normativa che – come detto – consente a carta e cartone il passaggio da rifiuto a materiale utilizzabile in cicli produttivi. Del resto, basta dare un’occhiata alle cifre per immaginare il potenziale impatto (positivo, ça va sans dire) su ambiente ed economia: nel 2018, in Italia, sono stati raccolti circa 5,3 milioni di tonnellate di carta, che diventano 6,65 con il materiale proveniente da rese e da altre attività industriali.
Insomma, anche in tempi del Covid ci sono motivi per sorridere.