Crisi Climatica

Come combattere i cambiamenti climatici: l’opinione degli italiani

Marzo 15, 2021 By

Cresce la sensibilità degli italiani su riscaldamento globale e variazione metereologica. Ecco cos’hanno risposto a un sondaggio realizzato dalla Bei.

Dal riscaldamento globale alla variazione metereologica. I cittadini italiani sono sempre più convinti che nella lotta ai cambiamenti climatici è determinante modificare i comportamenti individuali, tenendo anche conto di disuguaglianze e divari di reddito. A fare una fotografia sulle aspettative dei cittadini rispetto alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici è l’indagine sul clima 2020-2021 realizzata dalla Banca europea per gli investimenti (Bei).

I risultati del report

Per il 41% degli italiani risulta determinante modificare i comportamenti individuali per agire contro i cambiamenti climatici. Per il 25%, invece, l’impatto più significativo viene apportato dalle tecnologie, per il 22% dagli investimenti pubblici e privati in progetti rispettosi del clima e per il 12% dalla regolamentazione pubblica. Più della metà degli intervistati italiani (83%) sostiene che le azioni in campo climatico devono tener conto delle disuguaglianze sociali e dei divari di reddito.

Copia di clima

Trasporti pubblici e auto elettriche

Per il 43% risultano prioritari interventi nel settore dei trasporti: quasi la metà degli intervistati è a favore del maggior potenziamento dei trasporti urbani (47%), e il 49% vede di buon grado le auto elettriche. Il 34% spinge per applicare forti tasse alle macchine altamente inquinanti e il 37% è favorevole a vietare la circolazione dei mezzi inquinanti nel centro delle città. Per contribuire a risolvere il problema, il 37% degli italiani si dichiara favorevole a ridurre gli spostamenti casa-lavoro, favorendo in questo senso il telelavoro.

Consumi e riciclo

Rispetto ai consumi, più della metà degli intervistati italiani (il 54%) sostiene l’attuazione di migliori sistemi di riciclo e il 52% è favorevole al divieto di prodotti e servizi che causano la maggior parte di gas a effetto serra.

La dipendenza dai combustibili fossili

Il 45% degli italiani intervistati sostiene che l’Italia dovrebbe ridurre la dipendenza dai combustibili fossili perché questo permetterebbe di tutelare le riserve mondiali, in via di esaurimento, e renderebbe il nostro Paese più indipendente dalle risorse di altre nazioni. Per il 29%, invece, la motivazione principale va vista nella necessità di ridurre l’inquinamento, mentre il 23% sostiene che la riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili potrebbe contribuire a risolvere il problema dei cambiamenti climatici.

E gli altri Stati come vivono il problema del cambiamento climatico?

Per quanto riguarda le azioni di contrasto alla crisi climatica, il parere dei Paesi dell’Unione Europea è difforme. Da un lato, Portogallo (51%), Slovacchia (44%), Lussemburgo (43%) e Germania (42%) pensano, come l’Italia, che la via maestra sia perseguire radicali cambiamenti nei comportamenti individuali. Nei Paesi nordici, invece, è più importante l’innovazione tecnologica (per la Svezia il 40%, per la Finlandia il 38% e per la Danimarca il 36%). In generale, il 39% dei cittadini europei ritiene che il cambiamento radicale delle abitudini individuali (nei consumi, trasporti, ecc.) sia il modo più efficace per combattere i cambiamenti climatici. Viceversa il 29% degli europei intervistati guarda di buon occhio la tecnologia. D’accordo con l’efficacia della tecnologia sono anche i cittadini degli Stati Uniti (34%) e della Cina (35%), scelta prioritaria rispetto al cambiamento dei comportamenti individuali (importante per il 32% dei cinesi e per il 31% degli statunitensi).

Se per gli italiani risulta essere molto importante apportare delle modifiche nel settore dei trasporti (43%), la media dei cittadini europei è più bassa: solo il 38% vede queste modifiche prioritarie nella lotta ai cambiamenti climatici. Anche per quanto riguarda il divieto a realizzare prodotti e servizi che causano la maggior parte dei gas serra, gli italiani si scoprono i più attenti con il 52% favorevole contro la media europea (44%).