Il rame per combattere il Coronavirus. Il progetto Kme “sbarca” a Milano
Qualche mese fa, avevamo parlato del progetto di Kme Italy in collaborazione con l’Istituto di Biofisica del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e della rilevanza di questo, dato il momento storico che stiamo vivendo. La multinazionale del rame e il Cnr di Pisa, infatti, hanno unito le proprie competenze e avviato un progetto per sfruttare le proprietà antibatteriche e antivirali del rame.
“Rame e ottone hanno un potere intrinseco che permette di distruggere virus e batteri in poco tempo”, ha spiegato il general manager di KME Mirko Duranti ai microfoni di Affari Italiani. “Grazie allo studio effettuato insieme all’università di Pisa, si mostra come rame e ottone siano dei formidabili antagonisti di questo agente virale. In particolare, il virus quando viene a contatto con il rame, neutralizza al 100% la propria carica virale in 60 minuti (e per una percentuale superiore al 90% in 10 minuti)”.
Non è un caso che, da più di cinquemila anni, culture di tutto il mondo hanno riconosciuto al rame una particolare forza vitale per la salute dell’uomo. Per i cinesi era il simbolo della salute, per gli antichi egiziani quello della vita eterna, per i fenici il sinonimo di Afrodite, dea dell’amore e della bellezza. E non stupisce che in India la gente beva da millenni da bicchieri di rame e che negli Stati Uniti a portare l’acqua potabile siano condotte di rame.
Mark Wilson, su Fast Company, scrive che “Quando le influenze, batteri come l’Escherichia Coli, super insetti come l’MRSA, o anche i coronavirus atterrano sulla maggior parte delle superfici dure, possono vivere fino a quattro o cinque giorni. Ma quando atterrano sul rame, e sulle leghe di rame come l’ottone, muoiono in pochi minuti”. Allo stesso magazine, Bill Keev, professore di salute ambientale all’Università di Southampton, dice: “Abbiamo visto virus esplodere. Atterrano sul rame e questo li degrada”.
Insomma, Il rame è un materiale naturale, passivo, antimicrobico, in grado di auto sterilizzarsi in superficie anche senza elettricità o candeggina. Ecco allora che alla notizia della recente partnership tra Kme e Sea – società che gestisce il sistema aeroportuale milanese – che porterà al rivestimento in rame delle barre dei Cobus (tra i principali veicoli di contrazione del virus), dei manici dei carrelli portabagagli e di corrimano dell’aeroporto, va attribuita una portata più ampia di un semplice accordo commerciale. Sì, è forse giunto il momento di (ri)portare il rame negli spazi pubblici e, in particolare, negli ospedali.