In Italia crescono le aziende green. E il mercato le premia
Crescono le aziende green in Italia. In molte regioni (Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana e Campania) il rapporto è una su cinque. E pare che la scelta premi. Secondo i dati elaborati dalla Fondazione Symbole e relativi al 2017, le aziende che hanno fatto una scelta green risultano più propoense all’export (+ 34% rispetto al 24% delle altre), creano più posti di lavoro (+7%) e innovazione (+34%).
Bene. Ma chi sono le imprese green? Come individuarle? Semplice: sono quelle che hanno investito in riduzione del consumo di energia e in economia circolare o hanno abbattuto l’uso di risorse non rinnovabili.
Dunque, aumentano le aziende con sensibilità ambientale. E a ben vedere il dato non deve nemmeno sorprendere se si pensa che l’Italia è al primo posto nella classifica dell’economia circolare e che, secondo alcune ricerche, sono gli stessi consumatori a richiedere percorsi più virtuosi a prodotti e produttori. Spesso, infatti, ci si concentra sugli incentivi, sulle normative e sui buoni propositi, ma non si tiene conto anche di un aspetto più pratico, rappresentato proprio del mercato. Essere green, insomma, non fa soli belli, ma conviene. In pochi sanno, ad esempio, che il 55% delle giostre da luna park provengono dall’Italia. Perché? Il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci spiega il motivo: “Sono più belle, più flessibili: ma soprattutto consumano la metà di energia elettrica.”
E veniamo alla classifica delle regioni con aziende più green. Secondo i dati della Fondazione Symbola relativi al 2017 la prima è la Lombardia e a seguire Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Campania, Piemonte e Toscana. Nella Toscana stupisce l’ultimo posto in termini percentuali (come si vede nel grafico) della provincia di Lucca, visto che il settore il distretto cartario è uno di quelli che sta investendo maggiormente sull’economia circolare.
Dal territorio lucchese, peraltro, arriva la storia della Balulab di San Concordio, azienda innovativa del territorio lucchese, nata un paio di anni fa e specializzata nella costruzione di stampanti 3D e fresatrici CNN. Con l’assessore alle attività produttive di Lucca Valentina Mercanti e il vicesindaco di Porcari Franco Fanucchi l’azienda ha dato vita a un percorso di economia circolare con l’intenzione di coinvolgere tutti i Comuni e il mondo dell’associazionismo legato al sistema del riciclo dei rifiuti.
«La Balulab è un’azienda molto interessante da diversi punti di vista”, ha spiegato l’assessore lucchese al Tirreno – quello dell’innovazione, per esempio, ma anche per i risvolti ambientali che l’utilizzo di queste tecnologie può avere. Partendo dal riciclo dei rifiuti come nuove materie prime che diventeranno oggetti, quindi in una concezione di rifiuto inteso come risorsa, si può contribuire ad un modello di sviluppo economico sostenibile e la stampa 3D, che nel mondo sta già rivoluzionando l’industria e il commercio, risulta essere un fattore determinante per lo sviluppo dell’economia circolare».