Plogging, quando correre fa bene a sé stessi e all’ambiente
Si chiama plogging, arriva dalla Svezia e si sta diffondendo anche alle nostre latitudini. L’etimologia della parola chiarisce di cosa si tratta. Il termine, infatti, è un incrocio tra la parola svedese plocka upp (raccogliere) e quella inglese jogging. Insomma, correre e raccogliere i rifiuti. Uno scatto e una bottiglia di plastica; un piegamento e una cartaccia. E così via.
Attrezzatura? Abbigliamento da runner a parte, sono sufficienti un paio di guanti e un sacchetto per i rifiuti. E i benefici sono tanti. Benessere fisico personale e beneficio per l’ambiente condivisi in gruppo (è preferibile fare il plogging in compagnia). Non male, vero?
Non è un caso che il plogging sia nato in Svezia, uno dei Paesi più all’avanguardia del mondo a livello ambientale. Per gli svedesi più che un’attività fisica è una filosofia di vita, una missione per rendere le città più pulite e vivibili.
In Italia, dicevamo, si stanno moltiplicando i gruppi di Plogging. Fare attività fisica, stare insieme e condividere un obiettivo per il bene comune. Magari avvisando la ditta della propria città o paese che, a fine corsa, un gruppo di volontari consegnerà loro buste di rifiuti…