Monopattini: mezzi pericolosi o necessari per una svolta green?

Luglio 19, 2021 By

Si fa sempre più accesso il dibattito sul veicolo a due ruote, simbolo della mobilità sostenibile. I numeri degli incidenti (anche mortali) sono in aumento, ma non va dimenticato l’impatto positivo del monopattino su ambiente ed economia…

Monopattini sì, monopattini no? Mezzi pericolosi o mezzi da incentivare per una svolta green anche nella mobilità? Il dibattito tra detrattori e fautori del veicolo a due ruote si sta facendo sempre più acceso. I primi denunciano i tanti incidenti. Secondo l’Osservatorio Monopattini dell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (ASAPS), solo nei primi quattro mesi del 2021, sono stati 46 gli incidenti (che hanno coinvolto 35 uomini e 11 donne) e ben due i morti. Nel 2020, gli incidenti gravi erano stati 123, ma con un solo morto. Aumentano, dunque, gli incidenti mortali e con essi anche la sensibilità al tema. A tal proposito, ha suscitato molta commozione la triste sorte di Miriam Segato, la 32enne italiana investita mortalmente nel cuore di Parigi da due giovani donne con uno monopattino elettrico.

D’altra parte, è innegabile che la micromobilità (monopattini elettrici e biciclette), se implementata e meglio regolamentata, rappresenta un vantaggio innegabile della collettività. Il dipartimento InnoEnergy dell’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia ha calcolato che se in Europa la micromobilità nel Vecchio Continente arrivasse a soddisfare il 15% dei percorsi tipici come quello casa-lavoro, il risultato sarebbe un abbattimento delle emissioni inquinanti di anidride carbonica di circa 30 milioni di tonnellate l’anno. Non solo. I benefici avrebbero anche carattere economico: si stima che il risparmio dovuto al tempo speso nel traffico porterebbe al recupero dell’1% del pil europeo.

E allora, tornando alla domanda iniziale, monopattini sì o monopattini no? Le critiche dei detrattori sui pericoli del mezzo vanno prese in seria considerazione. In tal senso, è auspicabile -, come sottolineato dal giornalista Pierluigi Battista – all’indomani del fattaccio di Parigi – una regolamentazione visto che i monopattini sono diventati mezzi di locazione come gli altri.

Detto questo, è impensabile rinunciare alla mobilità sostenibile. E rispetto alle tante perplessità sull’effettiva incidenza ambientale dei monopattini, è doveroso avere un punto di vista più ampio. Come sottolineato dagli stessi dell’Eit, la mobilità alternativa va pensata all’interno di un sistema urbano diffuso strutturato sui principi di interscambio, multimodalità, flessibilità e sussidiarietà. Per esempio, in uno scenario urbano standard ha senso prendere la bici ha senso se, dopo un breve tragitto sicuro, si ha la possibilità di salire su un mezzo pubblico puntuale e a ridotte emissioni oppure su una vettura a noleggio conveniente (magari condivisa), per poi proseguire a piedi o in auto per tragitti a lunga percorrenza. Insomma, un sistema integrato modellato per garantire opzioni di mobilità versatili e facilmente accessibili.

Alla fine della fiera, la sfida essenziale della mobilità è quella di trasformarsi in occasione di riqualificazione di spazi e tempo dei cittadini per un futuro sostenibile. Ecco perché lo scontro tra i talebani nemici dell’auto e quella degli inquisitori del monopattino è una via senza uscita.