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Crisi Climatica

Permafrost, perché può diventare una minaccia per case, strade e infrastrutture

Gennaio 18, 2022 By

Abitazioni che crollano, strade che sprofondano, tubature interne che si spaccano e tonnellate di anidride carbonica nell’aria. Uno studio rivela uno scenario apocalittico con lo scioglimento dei ghiacciai.

Le fondamenta delle abitazioni cederanno, le strade sprofonderanno e le tubature interne si deformeranno fino a creparsi. Potrebbe essere solo un assaggio di quello che attende mondo e generazioni future. E non parliamo di un film hollywoodiano o di un romanzo di fantascienza. A delineare questo scenario apocalittico, infatti, è uno studio recentemente pubblicato su di Nature Reviews Earth & Environment.

La causa? Il cambiamento climatico e, in particolare, lo scongelamento del permafrost, il terreno congelato nelle regioni polari (ricopre circa il venti per cento delle terre emerse) che sta iniziando a disintegrarsi.

I vari gruppi di ricerca internazionale, tra cui l’istituto di Tecnologia della California e le università di Oulu in Finlandia e Wageningen nei Paesi Bassi, si sono basati sull’analisi di immagini satellitari. E le conclusioni – come accennato – sono da brividi: da qui al 2050, sarebbero a rischio tra il 30 e il 70% delle infrastrutture, come case, strade e industrie. In particolare, il pericolo è molto alto anche per l’industria di petrolio e gas: basti pensare al grave disastro ambientale avvenuto nel 2020 in Siberia, a Norilsk, con il cedimento del suolo che provocò la rottura di alcune cisterne contenenti tonnellate di carburante a sua volta finite nei fiumi e nel mare Artico.

Il disastro ambientale in Siberia del 2020

Il fenomeno del disgelo, peraltro, rappresenta un pericolo su più fronti. Atmosfera compresa. Il permafrost, infatti, trattiene il metano, che una volta liberato andrebbe ad aumentare la concentrazione di gas serra nell’atmosfera. Si stima che il rilascio ammonterebbe a circa 1.700 miliardi di tonnellate di metano e di Co2: l’equivalente di dieci volte le emissioni umani annuali.

Che fare? Rassegnarsi? Certo che no. Non solo le misure per combattere i cambiamenti climatici che la comunità internazionale sta cercando di adottare. I ricercatori hanno indicato soluzioni ingegneristiche in grado di arrestare i possibili cataclismi che sarebbero innescati dallo scioglimento del permafrost. Certo, sarebbero soluzioni molto costose. Ma comunque necessarie. Perché, in assenza di interventi entro il 2050, i danni saranno superiori a decine di miliardi di dollari e soprattutto colpiranno cinque milioni di persone residenti nell’area del permafrost artico.

E attenzione. Guai a pensare che il problema sia lontano da noi. In alcune aree delle nostre Alpi il suolo è composto proprio dal permafrost. Anche in questo, i danni infrastrutturali derivanti dal suo scioglimento sarebbero costosi e pericolosi.