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Rifiuti urbani, croci e delizie del sistema Italia

Dicembre 13, 2018 By

Rifiuti urbani prodotti in diminuzione, aumento della differenziata ed eccessivo ricorso alla discarica. Ecco tre indicazioni che emergono dalla ventesima edizione del Rapporto Rifiuti Urbani 2018 elaborato dal Centro Nazionale per il Ciclo dei Rifiuti Ispra. Ma andiamo con ordine e passiamo in rassegna i dati (relativi al 2017) più rilevanti del rapporto.

Rifiuti urbani prodotti

La produzione di rifiuti urbani scende rispetto al 2016 (-1,7%) e si assesta a 29,6 milioni di tonnellate. Una contrazione rispetto al biennio precedente, sul quale però aveva influito la metodologia di conteggio (tra i rifiuti urbani erano stati conteggiati, infatti, anche i rifiuti derivanti da piccoli interventi di manutenzione nelle abitazioni). A livello regionale, il maggior calo di produzione di rifiuti urbani si è registrato in in Umbria (- 4,2%). A seguire Molise (-3,1%), Basilicata (-2,8%) e Toscana (-2,7%).

Raccolta differenziata

Sale (per fortuna) la raccolta differenziata: nel 2017 ha raggiunto la percentuale del 55,5%. Sul podio Trentino-Alto Adige (72%), Lombardia (69,2%) e Friuli Venezia Giulia (65,5%), a conferma che il Nord è con il 66,2% (41,9% il Centro e al 51,8% il Sud) la macroarea geografica più virtuosa nella differenziata.

Riciclaggio

Positivo anche il dato del riciclaggio delle diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti Tmb, che raggiunge il 47% della produzione (20% proveniente da materia di frazione organica, 27% dal recupero di altre frazioni merceologiche). Un risultato buono, ma comunque da incrementare in vista degli obiettivi indicati dall’Ue nella direttiva n. 851 del 2018.

Discarica

Meno positivo il dato dei rifiuti smaltiti in discarica, pari a 6,9 milioni di tonnellate. Nel 2017, in Italia, sono stati smaltiti il 23% dei rifiuti urbani prodotti. Una riduzione rispetto all’anno precedente (-6,8%) che però rimane al di sopra della media Ue28. Paesi con una tradizione “verde” migliore quali Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia, infatti, conferiscono in discarica solo l’1% dei rifiuti.

Inceneritori

Nel 2017, scendono i rifiuti urbani inceneriti (-2,5%) così come gli impianti operativi (da 41 a 39). Sono 4,5 i milioni di MWh di energia elettrica recuperati, mentre 2 milioni quelli di energia termica.

Export e import

Il problema dei rifiuti che in queste settimane ha “acceso” il dibattito nazionale è evidente nella quantità di rifiuti urbani che l’Italia esporta: ben 355 mila tonnellate che per la maggior parte prendono la strada dell’Austria (27,8%) e dell’Ungheria (13,1%) con costi per i cittadini. Minore, la quantità di rifiuti importati: 213 milioni di tonnellate provenienti soprattutto da Svizzera (33,6%), Francia (19,7%) e Germania (15,2%). Una differenza che pesa. Soprattutto nelle tasche dei cittadini italiani.