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I No che ostacolano l’economia circolare

Dicembre 10, 2018 By

“Economia circolare: tutti ne parlano, tutti dichiarano di amarla, come se bastasse pronunciarne la parola per far evaporare i rifiuti.” Chicco Testa non ha dubbi: la cultura del No sta bloccando il Paese. Il presidente FISE Assoambiente (Associazione Imprese Servizi Ambientali), prima dell’inizio dei lavori del Nimby Forum 2018, ha poi ribadito e precisato meglio il concetto ai microfoni di Alvearia: “Se vogliamo fare economia circolare e, dunque, recuperare e riciclare gli scarti delle nostre produzioni della vita quotidiana, abbiamo bisogno di impianti. Occorre una filiera industriale che sia capace di riusare questi materiali. Gli esempi in Italia non mancano: abbiamo storia, tradizione e un’industria capace.

Testa torna sulla cultura del No: “Purtroppo, oggi incontriamo le difficoltà del No a tutto. Non solo da parte degli ambientalisti, ma anche di politici e magistrati. Impianti che recuperano frazioni della produzione industriale producendo energia o altre materie prime che diventano materie secondarie vengono ostacolati in tutti i modi.”

Perché? “Sono 15 anni che ci interroghiamo senza risposta. Adesso, però, c’è qualche segnale positivo: l’opinione pubblica inizia a ribellarsi. La manifestazione pro Tav a Torino ne è un esempio. Spero ci siano manifestazioni del genere a favore di impianti. Questi, infatti, vogliono dire investimenti, occupazione e tecnologie. Tutti italiani. Ci vuole un moto civile nuovo e diverso da quel No continuato che abbiamo sentito pronunciato per anni.”

Finale con domanda provocatoria. “Gli inceneritori, anche se recuperano calore, non vanno bene. Idem per gli impianti che estraggono biogas e biometano in una frazione umido e gli impanti di bio massa. Ma allora, come la facciamo l’economia circolare?”