Sacchetti bio, ecco le regole per evitare di prenderli al supermercato
La legge 123 del 2017 ha recepito una direttiva Ue imponendo, dal primo gennaio scorso, l’utilizzo di bioshopper al posto dei sacchetti super leggeri usati fino ad allora per pesare frutta e verdura sfuse al supermercato. Lo scopo era quello di combattere l’inquinamento e per ridurre i consumi le nuove buste sono state messe a pagamento. I prezzi variano da 1 a 5 centesimi a seconda del negozio (Repubblica 1 maggio 2018, Michele Bocci)
Devono essere nuovi, monouso, integri, per alimenti e biodegradabili. A quel punto si possono anche portare da casa. Il ministero della Salute dà il via libera definitivo ai bioshopper fai da te, acquistati cioè anche fuori dal supermercato dove si comprano frutta e verdura sfuse. In una circolare vengono dettate tutte le regole per consumatori e esercenti.
Cinque mesi fa in Italia infuriavano le polemiche contro la nuova legge che tra l’altro ha imposto di far pagare (da 1 a 5 centesimi a seconda del negozio) le buste nelle quali si mettono la frutta e la verdura prima di andare alla cassa. Il dibattito si fece molto caldo malgrado l’esigua entità della cifra richiesta ai consumatori: in certi market si vedevano arance prezzate una ad una per evitare appunto di pagare il sacchettino, sulla rete qualcuno si scatenò contro il nuovo “balzello” (per la verità ci furono anche molti che irridevano gli indignati).
Tutto nasce da una legge del ministero dell’Ambiente che recepisce, in ritardo, una direttiva dell’Unione Europea anti-inquinamento. Si è scelto di eliminare i sacchetti super leggeri e introdurre quelli biodegradabili e compostabili.
La norma italiana ha vietato di portarsi da casa i sacchetti, altro punto sul quale ci furono polemiche. Venne così interpellato il ministero alla Salute, che disse subito di essere favorevole a una modifica di quel punto e chiese il parere anche al Consiglio di Stato.
Il giudice amministrativo alla fine del marzo scorso ha dato il via libera e ora il ministero emana la circolare. «Nel parere del Consiglio di Stato – è scritto nell’atto – si ribadisce l’interesse ambientale alla riduzione dell’utilizzo delle borse di plastica e anche l’interesse alla tutela della sicurezza e dell’igiene degli alimenti venduti sfusi».
Il ministero spiega che «è da ritenere coerente con lo strumento scelto dal legislatore la possibilità per i consumatori di utilizzare sacchetti dagli stessi reperiti al di fuori degli esercizi commerciali nei quali sono destinati ad essere utilizzati». L’importante è che siano idonei «a preservare l’integrità della merce e rispondenti alle caratteristiche di legge».
I clienti dovranno presentarsi con buste monouso, queste dovranno essere nuove, integre e appunto «conformi con la normativa sui materiali a contatto con gli alimenti». Online si trovano confezioni da 500 sacchetti in regola con quanto disposto dalla Ue a 16 euro, cioè a 3 centesimi l’uno. Più di quanto costano al banco frutta e verdura di molti supermercati. Ieri alcune associazioni di consumatori hanno protestato proprio perché si richiede che le buste siano nuove. Avrebbero preferito l’apertura a reti e altri contenitori per frutta e verdura riutilizzabili.
Per quanto riguarda gli esercenti, saranno tenuti a verificare «l’idoneità e la conformità alla legge dei sacchetti del consumatore». Proprio per questa responsabilità molti supermercati non gradivano, a suo tempo, l’apertura alle buste portate da casa. Il controllo infatti significa un aggravio di lavoro per il personale. Il ministero comunque suggerisce di mettere nei negozi un vademecum informativo «anche curato delle associazioni di categoria, al fine di garantire uniformità di comportamenti su tutto il territorio nazionale». Se poi il consumatore arriva con contenitori non adatti, l’esercizio commerciale, che ha la responsabilità di garantire igiene e sicurezza alimentare, può vietarne l’utilizzo.
Infine la circolare fa notare come le buste portate da casa possano impedire un’esatta pesatura degli alimenti, visto che le bilance hanno la tara basata sui sacchetti del market. Per questo si chiede un parere sul punto del ministero dello Sviluppo economico. Intanto sembra che per superare il problema, alcuni esercenti stiano predisponendo bilance dove frutta e verdura possono essere pesate direttamente, senza buste.