Stop alle auto con motore termico entro il 2035: decisione azzardata o improrogabile?
Taglio delle emissioni: in linea con le indicazioni Ue che chiede di ridurre i gas serra del 55% entro il 2030, il governo ha deciso lo stop alle auto nuove con motore a combustione interna entro il 2035 (per i furgoni e i mezzi da trasporto leggeri la tempistica sarà il 2040). Tante e contrapposte le reazioni. Ecco i pro e i contro della scelta.
Il governo ha deciso che il 2035 sarà l’ultimo anno in cui sarà possibile vendere automobili col motore endotermico. Quelle, per capirci, a benzina, diesel e gas. Per i furgoni, invece, il termine fissato è il 2040. Scelta giusta o improrogabile? Il dibattito pubblico si è acceso, dando vita ai fautori e ai contrari lo stop. Vediamo brevemente perché.
I fautori del passaggio l’elettrico nel trasporto e gli ambientalisti sostengono che quella intrapresa è la strada migliore: dal punto di vista ambientale abbiamo un beneficio evidente, mentre da un punto di vista occupazionale e sociale noi con l’elettrico riusciremo a realizzare quei posti di lavoro che evidentemente perderemo nel comparto automotive e nel comparto dei carburanti tradizionali.
I contrari allo stop al motore termico rispondono in maniera molto preoccupata le associazioni e chi produce sia i combustibili. Secondo loro, questa transizione ecologica al 2035 e al 2040 è troppo ravvicinata: ci saranno conseguenze economiche devastanti e anche da un punto di vista ambientale bisogna andare più gradualmente nella sostituzione di veicoli più inquinanti con meno inquinanti.
Queste, dunque, le posizioni in campo: sarà importante vedere nelle prossime settimane come il governo deciderà di conciliare questi due poli. Una cosa, però, è certa: la transizione ecologica non può non essere rinviata.
Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club e senior partner epr, 16 dicembre 2021