Ucraina, il cane che continua ad aspettare la padrona morta
La storia di Rini, l’akita che da un mese attende sulla porta di casa il suo ritorno.
Ne avevamo parlato. La guerra distrugge, uccide, colpisce gli affetti. Fa vittime. E non solo tra gli uomini. Anche tra gli animali. A volte, una singola storia può dire di un dramma meglio di mille parole, di mille immagini, di mille discorsi. Ecco perché la storia di Rini – che tanto eco ha avuto in queste settimane – va raccontata.
Siamo a Makariv, città a nord di Kiev. Rini è un cane di razza Akita, bianco, che ricorda Hachiko, il cane del film omonimo con Richard Gere che ha fatto piangere in tanti. Aspetta da oltre un mese, sulla porta di casa, il ritorno di Tatyana, la sua cara proprietaria. Nonostante il freddo, nonostante la primavera da quelle parti abbia fatto appena capolino, nonostante le macerie di una città sventrata dalla guerra.
Le giornate di Rini sono scandite da piccole e svogliate azioni: dorme un po’, si sveglia, drizza le orecchie, scruta il panorama. Abbandona la sua postazione giusto per mangiucchiare qualche pezzo di carne che qualcuno gli porta. Non ha molta fame. Aspetta la padrona. È quello che ora veramente conta.
Rini, non sa che Tatyana è morta, violenta e uccisa da soldati ceceni. Rini non sa che tante donne, qui, sono state scovate negli scantinati e poi stuprate e sgozzate. Rini non sa quanto possa essere grande la forza distruttrice dell’uomo. Rini non sa, ma forse ha intuito che è rimasto solo. Più che una speranza, la sua è una nostalgia, un senso di tristezza, una mancanza. Ma soprattutto una fedeltà senza fine, un amore disperato e forte. Quella che spesso manca all’uomo.