Energie verdi

Il futuro dell’energia da qui al 2050

Marzo 3, 2021 By

Le fonti fossili avranno un’incidenza rilevante almeno fino al 2050, mentre l’elettrico e l’idrogeno verde saranno driver della crescita sostanziale delle rinnovabili nel mondo. È un quadro complessivo articolato quello che emerge dallo studio Global Energy Perspective 2021 pubblicato lo scorso gennaio da McKinsey, società internazionale di consulenza manageriale che ogni anno propone una fotografia del prossimo scenario energetico mondiale.

Il focus sottolinea come, seppur nefasti sul breve periodo, gli effetti della pandemia da Coronavirus avranno un impatto piuttosto limitato sullo scacchiere globale in ottica di lungo periodo. Si prevede, infatti, che la domanda di energia possa seguire una crescita relativamente veloce, anche in virtù della ripresa sostenuta dai piani di recovery che interesseranno le principali economie. Un rimbalzo che sarà trainato da una serie di programmi di incentivazione che tenderanno a plasmare i sistemi energetici nel senso di una più incisiva sostenibilità.

Se – come detto – il petrolio e i combustibili tradizionali manterranno una posizione significativa anche nei prossimi tre decenni, McKinsey avanza una proiezione dei flussi di capitale che rimarca la presenza sempre più interessante delle fonti rinnovabili nella formulazione del cosiddetto mix energetico globale. Idrogeno ed elettrificazione saranno le energie maggiormente premiate in un macro scenario segnato, da qui al 2050, da alcuni momenti topici fondamentali: secondo le stime della società statunitense il primo dovrebbe avvenire nel 2029 quando vi sarebbe un picco nella domanda petrolifera e successivamente nel 2037, che potremmo definire “anno del gas”. Assestamenti in un mondo in costante evoluzione tra aspetti tecnologici e prossime politiche espansive.

Una nota dolente, invece, arriva dalla lotta al cambiamento climatico, sul quale è plausibile non ci sarà modo di intervenire come necessario. Il focus infatti sottolinea come i cambiamenti in atto avvengano troppo lentamente e che, se dovessimo continuare come allo stato attuale, rischieremmo di abbattere le emissioni nocive solo del 25% portando così l’aumento della temperatura mondiale a 3,5 gradi centigradi (l’obiettivo ideale sarebbe invece di limitarlo al + 1,5° C).

Mattia Piola, 3 marzo 2021