Possiamo rinunciare al gas russo? Sì, ecco come fare
L’invasione dell’Ucraina rimette al centro la questione enegetica. il vicepresidente del Kyoto Club Francesco Ferrante spiega come l’Italia può fare a meno del gas russo.
Carri armati russi in Ucraina. La situazione è degenerata. E mentre il mondo è con il fiato sospeso e s’interroga sulla Terza guerra mondiale alle porte, si ripropone la questione del gas importato dalla Russia. Possiamo rinunciarci? Sarebbe possibile produrcelo da solo in modo da gravare meno sulle casse pubbliche, punendo, al tempo stesso, Putin per il suo comportamento aggressivo? Qualcosa si potrebbe fare, come spiegato ha spiegato il vicepresidente del Kyoto Club Francesco Ferrante all’agenzia di stampa Adnkronos. Vediamo come.
Partiamo dall’autoproduzione di gas. «Dalla Russia arrivano 30 miliardi di metri cubi, noi ne estraiamo 3 e forse arriviamo a 5, dal Tap ne arrivano 10 e per raddoppiarli a 20, come si ipotizza, ci vorrebbero 4 anni», spiega Ferrante. «L’altro approvvigionamento è l’Algeria, ma lì non c’è tanto gas. Quello che potrebbe, nell’emergenza, portare un po’ di gas è il gas liquido che arriva dal Qatar o dall’America, ma abbiamo pochi terminali, e questo è stato un errore perché per diversificare si sarebbe dovuto fare qualche terminal in più».
Dunque, numeri (e risorse) alla mano, la strada autarchica o attraverso altri canali d’importazione è da scartare. E allora la strada da percorrere per dipendere meno dal gas (e dalla Russia) e quella di puntare sulle rinnovabili. A tal proposito, Ferrante ricorda la notizia che Enel si è aggiudicata l’asta del capacity market con rinnovabili più accumulo e non con centrali a gas: «Questo per dire che l’innovazione ci consente ormai di pensare a un mercato dell’energia elettrica che faccia progressivamente a meno del gas».
La strada, quindi, è abbandonare progressivamente il gas da qui al 2030 e al 2050. Non solo – osserva sempre il vicepresidente del Kyoto – ci renderebbe indipendenti da un Paese con deficit di libertà e democrazia, ma lo indebolirebbe. L’economia della Russia si fonda proprio sull’export del gas: senza Paesi disposti a tutto per comprarlo, ci sarebbero conseguenze anche politiche…