Sacchetti bio da casa? Ora si può
ll Consiglio di Stato sdogana le buste esterne e i clienti possono risparmiare fino a 10 centesimi a sacchetto. Il via libera sui bioshopper da casa nell’articolo di Luigi Chiarello e Silvana Saturno su Italia Oggi del 4 aprile 2018
Via libera all’utilizzo, al supermercato o dal fruttivendolo, di sacchetti monouso per frutta e verdura portati da casa o acquistati altrove. Purché essi siano conformi alla normativa sui materiali a contatto con gli alimenti. Si tratta dei cosiddetti bioshopper ultraleggeri. E gli operatori del comparto alimentare non potranno impedire questa facoltà al consumatore, né l’utilizzo di contenitori alternativi alle buste in plastica, comunque idonei a contenere prodotti ortofrutticoli, autonomamente reperiti dal cliente.
Lo ha stabilito, con un parere del 29 marzo scorso (n. 859), il Consiglio di Stato. Il chiarimento riguarda, in particolare, la disciplina dettata dall’articolo 226-ter del dlgs 152/2006, circa l’utilizzo nei supermercati dei sacchetti biodegradabili e compostabili usati per gli alimenti sfusi. E il successivo obbligo, introdotto dall’art. 9 bis, del decreto legge 91/ 2017 (dl Mezzogiorno, ndr), convertito nella legge n. 123/2017, di ridurre l’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero, per attuare la direttiva Ue n.720 del 2015. Riduzione che passa attraverso l’applicazione di una sorta di «tassa» sui sacchetti della spesa, che prevede, nello specifico, il pagamento obbligatorio e trasparente (nello scontrino) dei sacchetti biodegradabili, per frutta, verdura ed altri generi alimentari, ad un costo compreso tra 5 e 10 centesimi cadauno.
La pronuncia dei giudici di Palazzo Spada giunge su istanza del ministero della salute, che aveva chiesto se fosse possibile, per la clientela, usare bioshopper acquistati altrove negli esercizi commerciali e se i titolari dei supermarket fossero obbligati o meno a consentire il loro utilizzo. Bene, per il Consiglio di Stato gli esercenti devono consentire anche l’utilizzo di sacchetti introdotti autonomamente nel punto vendita dai consumatori.
Resta però l’obbligo di vigilanza sui sacchetti utilizzati dal cliente nel supermercato, affinché essi rispondano ai requisiti di legge, così come permane la responsabilità dell’esercizio commerciale per l’igiene degli alimenti che mette in vendita.
Ma la pronuncia dei giudici non si ferma qui: analogamente a quanto dettato per i bio shopper ultraleggeri, ai consumatori sarà consentito nei supermarket l’utilizzo di contenitori alternativi alle borse in plastica portati da casa o reperiti altrove, purché anch’essi siano idonei a contenere verdura e frutta.