Scoperti microbi mangia-plastica. Svolta per lo smaltimento dei rifiuti negli oceani?
Uno studio svedese rivela un’evoluzione senza precedenti delle molecole naturali. Occhio a esultare troppo presto però…
La plastica, intesa come rifiuto, oggi rappresenta la principale fonte di inquinamento del pianeta a causa delle caratteristiche che la rendono avversa ai processi di degrado e riciclo. Secondo i dati del Wwf ogni anno vengono prodotte 450 milioni di tonnellate di plastica, di cui buona parte finisce sistematicamente dispera nell’ambiente. Ma sono soprattutto le microplastiche a destare preoccupazione, essendo presenti nei rilevamenti persino sui fondali oceanici. Ed è proprio per questo che da anni scienziati di tutto il mondo sono alla ricerca di enzimi in grado di scomporre rapidamente il materiale plastico.
Nell’attesa di una soluzione che possa portare ad una svolta, è ancora la natura a venirci incontro. Un nuovo studio condotto presso la Chalmers University of Technology in Svezia ha dimostrato che i microbi presenti negli oceani e nel suolo di tutto il mondo si stanno evolvendo per “digerire” la plastica. La ricerca ha analizzato oltre 200 milioni di campioni di DNA prelevati da 236 diversi ambienti di diverse parti del mondo, e ha trovato oltre 30.000 enzimi diversi in grado di degradare 10 diversi tipi di materiali plastici. La ricerca è stata effettuata prelevando campioni su:
- Fondale oceanico, dove sono stati rinvenuti circa 12.000 nuovi enzimi a tre diverse profondità. In questo caso i ricercatori hanno osservato che maggiore era la profondità di provenienza, maggiori erano i livelli di enzimi degradanti, a dimostrazione che i livelli di inquinamento da plastica aumentano all’aumentare della profondità.
- Sottosuolo, dove i campioni prelevati da 169 località in 38 paesi e 11 diversi habitat diversi contenevano circa 18.000 enzimi in grado di “digerire” la plastica.
È curioso sottolineare che il 60% degli enzimi classificati nello studio era finora sconosciuto. Questo suggerisce un’evoluzione senza precedenti delle molecole naturali, che si sono adattare a vivere in un ambiente sempre più pieno di rifiuti plastici.
“Abbiamo trovato diversi elementi a sostegno del fatto che il potenziale di degradazione della plastica del microbioma globale è fortemente correlato alla quantità di inquinamento ambientale da plastica, una dimostrazione significativa di come l’ambiente stia in qualche modo rispondendo alle pressioni che stiamo esercitando su di esso”, ha affermato il professor Aleksej Zelezniak, fra gli autori dello studio. – Non ci aspettavamo di trovare un numero così elevato di enzimi mangia-plastica in habitat tanto numerosi diversi. Questa è una scoperta sorprendente che illustra davvero la portata del problema.
Quindi saranno i batteri mangia plastica a smaltire i flussi inquinanti dei materiali plastici? La risposta è no, per il momento gli studi hanno riscontrato che i microbi non consumano completamente la plastica, ma al massimo sono in grado di scinderla in componenti di base e comunque ciò avverrebbe all’interno di un arco temporale considerevole, non in grado di smaltire completamente le tonnellate annue presenti sui nostri fondali e sul nostro suolo.
In attesa dunque che la natura ci offra un sostegno, sarà necessario continuare ad adottare comportamenti sostenibili investendo al contempo in ricerca e sviluppo nel settore del riciclo e del riutilizzo.
Gino Piacentini, 31 gennaio 2022