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Green tech

Arrivano le batterie sostenibili made in Ue

Febbraio 13, 2021 By

Hanno vinto il premio Nobel per la chimica nel 2019 e sono ritenute il futuro della mobilità. Parliamo delle batterie al litio (ma la definizione corretta sarebbe “accumulatori agli ioni di litio”) e rappresentano la soluzione più innovativa ed efficiente per la mobilità elettrica.

Rispetto alle tradizionali batterie al piombo, infatti, le batterie al litio possono essere ricaricate più volte senza che ne venga sminuita l’efficienza. Sono capaci di accumulare e rilasciare energia elettrica. Una proprietà, questa, resa possibile dal flusso degli elettroni – conduttori di corrente elettrica grazie agli ioni che si disciolgono al loro interno – attraverso due elettrodi, uno negativo (anodo di carbonio) e uno positivo (catodo di ossido metallico).

Usate soprattutto per alimentare i nostri pc e smartphone, negli ultimi anni sono diventati fondamentali per il trasporto elettrico.

Storia e funzionalità delle batterie al litio

Batterie al litio e mobilità elettrica: il futuro è già partito

Le potenzialità sono tante e inespresse. Si calcola che il mercato delle batterie al litio raggiungerà, nella seconda metà del decennio, un valore d’affari del valore di 250 miliardi di euro l’anno per quasi 5 milioni di nuovi posti di lavoro. Non a caso, la Commissione europea ha dato “semaforo verde” al secondo Ipcei (Importante Progetto di Interesse Comune Europeo”), derogando al divieto degli aiuti di Stato e coinvolgendo dodici Stati membri per un investimento di 2,9 miliardi di euro. In pratica, l’Ipcei è lo strumento che mette insieme 42 partecipanti diretti (imprese e start up), oltre 300 collaborazioni e 150 partner esterni (università e centri di ricerca) con un obiettivo: sviluppare un’industria europea di batterie sostenibili entro il 2030 ed essere competitivi sul mercato mondiale entro il 2050, in modo tale da a raggiungere il 10% del mercato mondiale.

Per il nostro Paese, saranno coinvolte dodici aziende (tra queste, spiccano FCA Italy, Enel e Solvay) e due centri di ricerca (il Centro ENEA e la Fondazione Bruno Kessler); beneficeranno di oltre 600 milioni di euro di aiuti di Stato che, al loro volta, produrranno un miliardo di euro di investimenti sul territorio nazionale. Gli effetti positivi del maxi-investimento europeo, naturalmente, non riguarderanno soltanto il Bel Paese: secondo il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic, nell’intero continente i soli investimenti privati triplicheranno, creando oltre 18 mila posti di lavoro.

Una rivoluzione ambientale

La sfida non sarà facile, visto che la percentuale di mercato europea delle batterie al litio non va oltre 3% e che le aziende leader del settore sono soprattutto dell’est Asiatico, ma è affascinante quanto doverosa. Anche perché – vale la pena di ricordarlo – uno degli aspetti più rilevanti è la sostenibilità ambientale. In tal senso, il progetto guarda anche allo smaltimento e alla circolarità delle batterie: se quelle attuali finiscono in cimiteri pesanti, le batterie di nuova generazione potranno essere disassemblate, recuperate in parte e smaltite in maniera meno impattante.

Insomma, nei prossimi anni ci aspettano grandi opportunità insieme a una rivoluzione green. Intanto, con il Green Deal, il futuro è già iniziato. Dal 2024, secondo quanto previsto dalle nuove norme comunitarie, pile e batterie dovranno avere una dichiarazione che attesti l’impronta di carbonio prodotta, mentre dal 2026 queste dovranno avere una “carta d’identità” che ne indichi origine e composizione. Come detto, il futuro è già partito.