Economia Circolare

Dal 4 gennaio il Blackberry è “morto”. Ma i suoi dispositivi no…

Gennaio 12, 2022 By

Dentro i nostri vecchi smartphone ci sono metalli preziosi da recuperare e riciclare: per questo è importante smaltirli correttamente…

Dietro un telefono cellulare si nascondono storie personali e storie aziendali. Storie di trionfo commerciale, ma di fallimenti. É il caso del Blackberry. Quando venne lanciato, l’azienda canadese era all’avanguardia. Grazie a quell’oggetto è stato possibile portarci in tasca la posta elettronica e leggere i messaggi ovunque. Ottanta i milioni di pezzi venduti. Poi, però, il primo palmare è stato scalzato dai nuovi modelli messi in commercio dai giganti della produzione e l’azienda ha dovuto arrendersi e disconnettere i sistemi internet dei primi prodotti. A partire dal 4 gennaio scorso, infatti, i vecchi modelli Blackberry con sistema operativo proprietario non garantiscono più un funzionamento “affidabile“.

Di quell’esperienza rimane la felice intuizione tecnologica e commerciale. Ma non solo. Rimane anche qualcosa di prezioso in quei dispositivi anche in caso di fallimento commerciale: dentro ogni telefonino ci sono oro, argento e altri componenti in quantità variabili, che ne fanno un tesoretto anche dopo che sono divenuti inutilizzabili.

Del resto, è risaputo che quello dei Raee (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) è una risorsa grande non del tutto (eufemismo) sfruttata. In Italia ciascuno di noi produce circa 6 kg di scarti tecnologici all’anno e, delle 343 mila tonnellate di rifiuti, solo il 43 per cento viene raccolto correttamente: il resto finisce per lo più in paesi esteri che li riconvertono o nelle discariche dei paesi in via di sviluppo. Numeri che gridano vendetta, tanto più alla luce dei dati del 2020, che registrano una significativa crescita nella raccolta di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Ma i materiali preziosi nascosti all’interno di questi rifiuti possono essere recuperati. Sul tema, crescono sensibilità e progetti. Un esempio è la ricerca Portent, co-finanziata dalla Regione Lazio e coordinata dal Laboratorio ENEA “Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali”. Un esempio di economia circolare da guardare con attenzione. Enea, infatti, ha brevettato un sistema innovativo a basso consumo emissioni per il recupero d’oro, argento, rame, stagno e piombo da schede elettroniche. Se queste pratiche fossero adottate su scala nazionale, l’impatto sull’ambiente e la produzione degli scarti si ridurrebbero notevolmente.

Per avere un’idea del potenziale, basti prendere inconsiderazione le schede elettroniche telefoniche: una tonnellata di queste a fine vita contiene in media 276 grammi di oro, 345 d’argento e ben 132 chilogrammi di rame. Considerando poi gli altri componenti, l’elenco si allunga con le terre rare (il neodimio o il praseodimio) che possono raggiungere i 2,7 chilogrammi per tonnellata di smartphone.

Un bel testo, non c’è che dire. Attenzione, dunque, a smaltire correttamente i nostri smartphone.