Ambiente

Idrogeno come energia alternativa: l’accordo che fa sperare

Dicembre 19, 2020 By

In molti ne sono convinti e lo sostengono da anni. L’idrogeno è l’energia alternativa da sfruttare per decarbonizzare il pianeta e ridurre le conseguenti emissioni di anidride carbonica. Non è un caso che tanti paesi si stanno organizzando per incentivare l’utilizzo di questo elemento.

Del resto, parliamo dell’elemento più leggero e più abbondante nell’Universo  – sulla Terra è presente allo stato gassoso – che, grazie alle sue proprietà fisico-chimiche, può essere usato come fonte di energie per diverse situazioni (ad esempio per fornire carburante alle auto o per diffondere calore).

Eppure, sinora questa possibile fonte di energia alternativa è stata poco sfruttata. I motivi? Diversi. Tra questi, gli alti costi di produzione, gli ostacoli nel trasporto del carburante e una domanda di mercato troppo bassa.  Insomma, la parabola dell’idrogeno come energia alternativa ricorda quelle squadre che escono dal campo tra gli applausi, ma sconfitte. Tanti estimatori e pochi punti in classifica.

L’alleanza green Giappone e Australia

Per questo, ha suscitato forte interesse l’accordo trapelato in queste settimane (ne ha parlato il Financial Times) tra Giappone e Australia per creare la prima filiera dell’idrogeno al mondo. Si tratta, infatti, di un primo passo importante per rendere veramente competitivo sul mercato questo vettore energetico. Un progetto dal valore di 11 trilioni di dollari, che porta con sé sfide e difficoltà ambientali e logistiche, ma anche grandi speranze.

L’accordo coinvolge società nipponiche (Kawasaki Heavy Industries, J-Power, Shell Japan), l’australiana AGL Energy, diversi partner internazionali e prevede la produzione e distribuzione in Giappone di idrogeno verde liquefatto. In pratica, l’Australia sfrutta il proprio potenziale per le energie rinnovabili (l’idrogeno verrà ottenuto dalla lignite, di cui il Paese è tra i grandi produttori mondiali) mentre Il Giappone fa fronte alla carenza di idrocarburi domestici sul proprio territorio e, al tempo stesso, inaugura una nuova era della propria politica energetica puntando – come dichiarato dal primo ministro giapponese Yoshihide Suga – all’obiettivo di emissioni zero per il 2050.

Il Paese del Sol Levante mira a diventare la prima “società a idrogeno” al mondo; una scelta virtuosa e al tempo stesso necessaria, visti il desiderio di essere indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili e il disastro di Fukushima nel 2011, che ha di fatto archiviato la stagione dell’energia nucleare.

L’accordo ha previsto anche come far fronte al problema del trasporto. La Suiso Frontier, inaugurata nel 2019, sarà la prima nave al mondo a trasportare idrogeno liquido. Nel 2021 partirà dall’Australia con destinazione Kobe, città giapponese nella quale è stata già installata una centrale elettrica a turbina a gas alimentata dall’idrogeno: a questa spetterà il compito di fornire calore ed elettricità ai vicini edifici comunali.

I dubbi

Non tutti, però, sono così entusiasti di una possibile transizione energetica verso l’idrogeno: Elon Musk, co-fondatore di Tesla, ritiene “stupido” usare le celle a combustibile a idrogeno per le auto, visto che una batteria agli ioni di litio si ricarica direttamente da un pannello solare; i gruppi ambientalisti sottolineano come la produzione di idrogeno per le industrie pesanti (la raffinazione del petrolio, l’ammoniaca e la produzione di acciaio) si ottenga bruciando combustibili fossili e che le emissioni generate non vengono catturate e immagazzinate. Senza dimenticare gli eterni scettici sull’efficienza in termini di costi o inquinamento, nonostante i costi delle energie rinnovabili e degli elettrolizzatori utilizzati per generare idrogeno dall’acqua stiano diminuendo rapidamente.

Il futuro è dell’idrogeno?

Il clima generale, tuttavia, rimane favorevole all’idrogeno. Tant’è che sono molti i paesi (Arabia Saudita, Cina, Spagna) interessati a megaprogetti per sfruttarne l’energia. Senza dimenticare che l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici promuove e che La Bp Plc e il gruppo danese per l’energia eolica Orsted hanno annunciato i piani per un progetto di idrogeno in Germania.

Insomma, forse non è illusorio pensare che tra qualche anno l’idrogeno potrà soddisfare il nostro fabbisogno energetico, alimentare le nostre auto, riscaldare le nostre case ed essere utilizzato dalle industrie, che oggi non hanno un’alternativa economicamente valida ai combustibili fossili. Ora c’è un motivo in più per crederci.