Il viaggio horror di dieci tigri
Rispetto e amore per l’ambiente e, dunque, anche per la fauna. Alvearia ha già raccontato storie drammatiche ed emblematiche di animali, vittime del comportamento dell’uomo. È il caso di mamma capodoglio e il suo cucciolo trovati morti l’uno accanto all’altro vicino l’Isola di Palmaro e quello della tartaruga marina, salvata da Legambiente.
La cronaca recente porta all’attenzione un’altra vicenda tragica, che lascia sgomenti. Protagoniste dieci tigri, costrette a un viaggio tragico dall’Italia (Latina) in Russia. Non bastavano le già tremende condizioni della trasferta (i felini sono stati richiusi in gabbie strette, impossibilitati a muoversi tra cibo, urine e feci), ci si è messa anche la burocrazia: gli animali sono rimasti bloccati al confine tra Polonia e Bielorussia per motivi burocratici. Una sofferenza troppo grande per i poveri animali: una tigre è morta, altre potrebbero fare altrettanto, visto le condizioni precarie in cui versano.
Un bilancio tragico che chiede giustizia. Al punto che la Lav ha annunciato che sporgerà denuncia contro i responsabili della vendita degli animali. “Le tigri sono rinchiuse in casse completamente inadeguate per un viaggio così lungo, e la morte degli animali prova che questo trasporto non è stato effettuato tenendo in considerazione le loro esigenze”, dichiara l’associazione animalista in un comunicato. “Anche le autorizzazioni presentano delle incongruenze, riportando genericamente la presenza di “animali in cassa” quando, secondo il Regolamento CE 1/2005 deve essere specificata la specie degli animali trasportati. Per queste ragioni presenteremo una denuncia per maltrattamento ed uccisione degli animali, dal momento che chi ha scelto di usare queste modalità di trasporto ha condannato questi animali a sofferenza e morte, come poi drammaticamente avvenuto. È evidente che il risparmio nell’operazione commerciale ha avuto un ruolo fondamentale sulla sorte di questi animali, e che i responsabili della vendita saranno chiamati a risponderne”.