La strada per smaltire i rifiuti industriali? È già tracciata
La soluzione allo smaltimento dei rifiuti? È già scritta. Nero su bianco. Parola di Claudio Pinassi, amministratore delegato di Kme, nel corso del convegno “L’economia circolare a sostegno della competitività delle PMI”, tenutosi a Milano lo scorso 15 ottobre.
Dove? Prima facciamo un passo indietro. Nel corso del dibattito il presidente delle PMI di Assolombarda Alessandro Enginoli osserva come il problema dei rifiuti si sia fatto sempre più grande. O, al riciclo e all’economia circolare, si affiancano impianti in grado di smaltire i rifiuti industriali oppure le imprese saranno costrette a ridurre la loro produttività.
A conferma, il giornalista Eugenio Occorsio aggiunge che il fenomeno dello smaltimento illegale dei rifiuti si è allargato: non solo la famigerata Terra dei fuochi, anche nel lago d’Iseo hanno scoperto di recente una montagna di rifiuti industriali.
Allora ecco Pinassi che chiede la parola: «La soluzione esiste già. Basta leggerla. La Comunità europea, infatti, ha illustrato in maniera chiara il ruolo della termovalorizzazione nell’economia circolare. In questo documento, l’Ue individua una gerarchia delle azioni da compiere: evitare di produrre rifiuti, recuperare gli scarti all’interno del ciclo, ma anche all’esterno dello stesso affinché si possa effettuare il recupero materico del waste. Ma non è tutto. C’è un altro momento importante che precede le discariche (la vera cosa da eliminare): il recupero energetico dei rifiuti. Questa tappa, spesso, viene dimenticata quando si parla di economia circolare. Senza, il ciclo dello smaltimento dei rifiuti non si chiude. In questo caso, la questione non è politica o ideologica, ma “fisico-ingegneristico”.
Porto sempre un esempio a rovescio. Quando si smetterà di estrarre il petrolio dal sottosuolo? Be’, quando l’energia per estrarre un barile di petrolio sarà maggiore di quella contenuta nel barile di petrolio. Allora, nessuno sarà così bischero – scusate il toscanismo – da estrarre un barile di petrolio. Analogamente, nel waste, quando bisogna smettere di fare il recupero materico per fare quello energetico al posto della discarica? Quando il contenuto energetico del waste è inferiore all’energia spesa per recuperare il waste in termini materici. A quel punto, il waste deve essere termovalorizzato. Termovalorizzare: ecco una parola che bisogna sdoganare.
Invece di andare di portare i rifiuti in discarica, dovremo recuperare l’energia in maniera non inquinante e sicuramente meno impattante. Questa cosa è scritta chiarissima nel documento Ue. Lo stesso professor Frey del Sant’Anna mi ha fatto notare che non c’è nulla da inventarsi: gli step dello smaltimento dei rifiuti sono stati già messi nero su bianco dalla Comunità Europea. Dunque, è necessario solo che vengano recepite dalla nostra comunità politica. Altrimenti il fenomeno greenwashing non sarà industriale, ma politico…»