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Crisi Climatica

Riscaldamento globale, nel 2020 temperature record in Italia

Aprile 1, 2022 By

In un rapporto Istat i dati preoccupanti dovuti all’effetto dei cambiamenti climatici.

Il riscaldamento climatico è un’esagerazione, una finta emergenza? Sarà, ma a vedere lultimo rapporto Istat “Cambiamenti climatici determinanti, impatti, mitigazioni: i numeri chiave 2020” non sembrerebbe. Anzi, viene da chiedersi come questi dati siano passati pressoché inosservati, visti che i numeri: nel 2020 la temperatura media registrata nei capoluoghi di regione italiani è stata superiore di 1,2° rispetto al periodo 1971-2000. Da 14,6 gradi si è passati a 15,8 gradi!

Perugia guida la classifica dei rialzi con 2,1 gradi. A seguire Roma (+2), Milano (+1,9), Bologna (+1,8) e Torino (+1,7). Dal 2014 la temperatura media ha raggiunto i +16 gradi. “Un segnale di un riscaldamento – osserva l’Istituto di statistica – in atto nei sistemi urbani”. Vero che nelle tre maggiori città l’inquinamento atmosferico è in lieve miglioramento, ma è altrettanto vero che lo scenario resta poco confortante: Milano ha poche aree verdi, Roma ha il tasso di motorizzazione più elevato e Napoli il parco auto circolante più obsoleto.

C’è poi la questione delle precipitazioni diminuite. Il 2020 è stato, insieme al 2011, l’anno meno piovoso degli ultimi dieci con una precipitazione totale annua di 661 mm (media delle stazioni osservate). Nelle principali città, la diminuzione della piovosità è stata di -132 mm sul corrispondente valore medio del periodo 2006-2015.

E sbaglia chi pensa che i dati del 2020 siano eccezionali e isolati. I primi mesi del 2022 nel Bel Paese hanno confermato il preoccupante trend: un terzo in meno di acqua caduta e, in alcune regioni del nord peraltro già in allarme siccità, precipitazioni addirittura dimezzate. Al punto che la Coldiretti ha definito “manna dal cielo” le piogge e i temporali di queste ultime ore in Italia, perché consentono di avviare finalmente le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia necessarie all’alimentazione degli animali. Secondo la Confederazione, l’arrivo delle precipitazioni consentirà di salvare oltre il 30% della produzione agricola nazionale e di ristorare gli allevamenti della pianura padana (il Po sta segnando un livello idrometrico di -3,4 metri, record negativo sul periodo che non si registrava da oltre 20 anni).

Insomma, i dati del rapporto Istat e quelli registrati negli ultimi mesi non sono soltanto una questione statistica. Gli aumenti della temperatura dell’aria, la variabilità di fenomeni meteorologici e l’intensificarsi di eventi estremi determinano gravi conseguenze, soprattutto nelle città dove sono alte la concentrazione demografica, la densità di infrastrutture e il patrimonio artistico. E gli eventi drammatici degli ultimi anni nel mondo, in Europa e purtroppo in Italia sono lì a ricordarcelo.