Gestione rifiuti

Il Covid non ferma la raccolta dei rifiuti. Ma servono gli impianti

Gennaio 17, 2021 By

Com’è la situazione dei rifiuti in Italia ai tempi del Covid? Non buona. E non è una novità, visto che la carenza degli impianti è roba nota e purtroppo penalizzante per il Paese. Secondo alcune stime (Fise Assoambiente e Cesisp University Bicocca) in Italia servirebbero impianti per trattare circa 2,2 milioni di tonnellate di spazzatura e smaltirne attraverso il recupero energetico 2,7 milioni.

E non sono una novità nemmeno le conseguenze dell’insufficienza di impianti: danni ambientali a causa dell’eccessivo ricorso alle discariche (se va bene e i rifiuti non vengono bruciati dalla criminalità) e spese ingenti a carico dei contribuenti.

Pandemia e rifiuti

La novità, piuttosto, è che l’emergenza pandemica ha evidenziato la carenza infrastrutturale del Paese. I rallentamenti doganali che limitano l’export dei rifiuti, le esigenze di smaltimento per i settori delle plastiche miste e dei rifiuti elettronici, il blocco dell’edilizia e dell’industria automobilistica che in condizioni normali assorbono i materiali riciclati: la situazione si è fatta più complicata. Senza dimenticare il problema dello smaltimento di rifiuti sanitari e, in particolare delle mascherine e dei guanti anti covid. La scorsa primavera, durante il primo lockdown, l’Ispra aveva calcolato un consumo giornaliero di 35-40 milioni di mascherine e di 70-80 milioni di guanti. Ebbene, siamo sicuri che il Paese potrà reggere questi rifiuti da qui a fine anno?

La raccolta differenziata cresce

Eppure, accanto alle difficoltà di smaltimento, ci sono dati della raccolta differenziata e del riciclo più che incoraggianti. Al punto che, in maniera un po’ titolistica, possiamo dire che il Covid non ha fermato la raccolta dei rifiuti in Italia.

I dati dei primi 9 mesi del 2020, infatti, raccontano che la raccolta differenziata è arrivata quasi al 60% del totale della raccolta rifiuti: percentuale che segna un aumento del 27,5% rispetto al 2008. Naturalmente, i numeri variano da zona a zona. Si sa, il Nord è più virtuoso (Veneto e Lombardia toccano il 70%, mentre il Molise e la Sicilia si attestano sotto al 40%) ma è altrettanto vero che il Centro e il Sud (specie sul riciclo) stanno migliorando le proprie performance.

Tra i numeri della differenziata, spicca il +7% degli imballaggi (circa +6% nelle raccolte di vetro e plastica, +10% nella carta e +18% nell’acciaio) per un complesso di 11 milioni di imballaggi recuperati su 13 milioni e 655 mila immessi al consumo. Un quantitativo pari all’81%!

Cifre positive alle quali si aggiungono quelle del riciclo. Ben 9 milioni e 560 mila tonnellate di imballaggi riciclati (il 70%), che segnano un +3,1% rispetto al 2018, quando la quantità riciclata era stata di 9 milioni e 270 mila tonnellate.

Servono impianti!

I dati della raccolta differenziata e del riciclo ci forniscono, dunque, un dato importante: più di quattro imballaggi su cinque evita di finire in discarica. Ma ci dicono pure che tanti numeri virtuosi vengono in parte vanificati dall’insufficienza di impianti (soprattutto nel Lazio e in Campania) che impedisce la chiusura del ciclo. E così, oltre alle conseguenze ricordate sopra, ecco le discariche abusive per i materiali non riciclati e per gli scarti residui non riciclabili dopo le attività di rigenerazione.

Servono impianti! Lo suggerisce la realtà, lo richiede l’economia circolare e lo impone la nuova direttiva europea, secondo la quale che dobbiamo chiudere discariche per 4,5 milioni di tonnellate di spazzatura e abbandonare impianti Tmb (trattamento meccanico biologico) per 4,9 milioni di tonnellate.

E serve una strategia nazionale di gestione dei rifiuti che fornisca una visione nel medio-lungo periodo e che migliori le attuali performance. L’agenda politica suggerisce due occasioni forse irripetibili: il piano di aiuti messo in campo dalla Ue (Recovery Fund) e il programma nazionale per la gestione dei rifiuti da definire nei prossimi 18 mesi, appena la direttiva sarà recepita.

Speriamo di coglierle entrambe.